Monza, 22 novembre 2024 – Chiedete a un monzese e probabilmente non tutti sapranno dirvi dove si trova. Perché la chiesa di San Maurizio è un luogo dimenticato da secoli. Al suo interno non ci si celebrano più messe o funzioni religiose, è fuori dai circuiti turistici, eppure è un piccolo gioiello.
Da salvare. Per ragioni storiche, visto che qui, in piazza Santa Margherita, nel cuore del centro storico, prese i voti a 14 anni la povera Marianna de Leyva, quella che sarebbe passata alla storia come Gertrude, la Monaca di Monza dei Promessi sposi. E perché qui, ancora per poco, a meno che non si faccia qualcosa per salvarli, resistono alcuni affreschi che risalgono al Quattrocento. Una madonna, alcuni miracoli. Tesori delicatissimi messi a dura prova dal fatto che ormai da tempo al fianco dell’edificio sacro ci hanno costruito condomini da cui quando fa umido o piove cola l’acqua generando infiltrazioni che stanno mettendo a dura prova i colori. Non la sua integrità strutturale, grazie al Cielo, ma i suoi preziosi affreschi sì. Il vecchio monastero di San Maurizio era stato costruito sul finire del XIII secolo nel luogo in cui sorgeva una delle case degli Umiliati di Monza.
Nel 1469 divenne Chiesa e Convento di Santa Margherita e Caterina. La sua fama è legata appunto alle vicende di Suor Virginia Maria De Leyva, la monaca di Monza, che nel 1589 prese il velo nel monastero di clausura annesso alla chiesa.
Promessi Sposi
E, tra il 1591 e il 1607, fu conversa poi badessa e potente feudataria. Ribattezzata col nome di Gertrude nei Promessi Sposi, sarebbe stata resa immortale da Alessandro Manzoni. Dell’antico monastero, soppresso nel 1785, oggi rimangono solo alcune porzioni murarie, mentre l’originaria chiesa quattrocentesca venne totalmente riedificata tra il 1736 e il 1738 e presenta ancora integra una splendida facciata in cotto e marmo.
Riaperta solo nel 1881, l’aula ecclesiale – precisano dal Fai, il Fondo per l’ambiente italiano - “vanta un apparato decorativo e pittorico incentrato sui maggiori interpreti del barocchetto lombardo: le prime tre campate della volta sono opera di Carlo Innocenzo Carloni (1740-42), con quadrature di Giuseppe Castelli il giovane e di Carlo Perucchetti, mentre alle pareti si conservano tele di Antonio Maria Ruggeri, Ambrogio Brambilla, del monzese Giambattista Gariboldi e di Francesco Corneliani”. All’interno di questa chiesa, trova posto anche un rarissimo organo meccanico, ovviamente non più funzionante, che si dice possa essere un Sarassi, coevo a quello conservato alla Villa Reale.
L’apertura straordinaria
Per tutte queste ragioni, assume una particolare rilevanza quanto accadrà domani, domenica 24 novembre, quando i volontari del Fai terranno straordinariamente aperte le porte alle visite di questa assoluta rarità. Il Fai, del resto, ha preso a cuore questa chiesa, e l’ha inserita nei luoghi da salvare con tutti i suoi affreschi, per i quali una ventina d’anni fa era sorto in città anche un comitato.
Il Fai
C’è una possibilità: con voti online o via cartacea (l’invito è stato esteso anche alle scuole) è possibile concorrere ai fondi stanziati dal ministero. “Votiamo la chiesa San Maurizio come luogo del cuore", invoca Elena Colombo, capo delegazione del Fai di Monza e Brianza.
Insediatosi da poco in città, anche il nuovo arciprete di Monza, monsignor Maurizio Mosconi, è stato subito conquistato dalla campagna. “L’apertura del Fai è un’occasione straordinaria per vederla – sottolinea - abbiamo ora costituito un comitato di cui fanno parte Duomo, Fondazione Gaiani e ordine degli architetti. Non è facile, anche se Monza ha il numero di abitanti che potrebbe garantire il raggiungimento di un gran numero di firme che aiuterebbero a trovare i fondi per una campagna di restauri».
I voti, fanno notare dal Fai, sono utili anche se non si vince: più se ne raccolgono e maggiormente è possibile sensibilizzare le istituzioni e accedere ad altre forme di finanziamento. È accaduto di recente anche con Villa Mirabellino, nel Parco di Monza. che con 17.993 voti si era guadagnata il decimo posto in Italia nella campagna di due anni fa del Fai. “I Monzesi possono fare qualcosa di concreto per i propri gioielli: domani siamo aperti per una delle nostre visite culturali (sul sito il modulo per prenotarsi) e partecipando al voto si può fare la differenza”.