Putin attaccherà l'Europa e la Nato? Perché sì e perché no. Cosa pensano gli esperti

C'è chi ritiene la guerra con l'Ucraina il primo passo di una strategia russa più ampia chi invece pensa quasi impossibile un allargamento del conflitto. Cosa succederà?

La situazione in Ucraina si sta complicando. Quella che molti pensavano potesse essere una "guerra lampo", è ormai evidente che non lo sarà. La guerra in Ucraina "puo' durare mesi, anche anni", ha detto nei giorni scorsi il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Pace sempre più lontana?

I colloqui di pace che nei primissimi giorni del conflitto sembravano portare a timide aperture, ora paiono in una fase di stallo. La nuova strategia militare russa (allentare l'assedio di Kiev e concentrasi nel sud-est dell'Ucraina per conquistare i territori al confine con la Russia e che si affacciano sul Mar Nero e Mar d'Azov), la resistenza Ucraina (alimentata dalle armi fornita dalla Nato) più ferrea del previsto, l'intenzione di Zelensky (legittimissima) di "Non cedere porzioni di territorio Ucraino", l'inasprimento delle sanzioni nei confronti della Russia non fanno che irrigidire la situazione, le immagini delle orribili stragi di Bucha (e non solo), l'attacco ai civili nella stazione di Kramnatsrsk, la richiesta di un processo per crimini di guerra per Putin, non rendono certo più praticabile la strada di una pace a breve termine.

Dove vuole arrivare Putin?

Ma dove vuole arrivare Putin? Ha cambiato strategia? Il ritiro da Kiev è "una parziale sconfitta" o un diversivo per far concentrare la truppe Ucraine intorno alla capitale mentre il vero obiettivo (in questa fase) sono le città del Sud-Est? O invece sin dall'inizio dell'attacco all'Ucraina aveva obiettivi che ancora non paiono chiari agli avversari? Il conflitto si allargherà? Putin attaccherà altri Paesi europei che non aderiscono alla Nato (ad esempio Finlandia e Svezia) o addirittura avvierà un conflitto con Paesi (come la Polonia) che fanno parte del Patto Atlantico?

Pareri opposti

Difficile dare una risposta e anche gli esperti (dalla Nato a oligarchi vicini a Putin o ex "alleati" del presidente Russo) si dividono. C'è chi sostiene che con l'invasione dell'Ucraina Putin abbia iniziato una strategia che non si fermerà all'Ucraina e si allargherà ad altri Paesi europei. C'è chi invece sostiene che il conflitto si fermerà all'Ucraina.

Occidente contro Asia?

Di sicuro si stanno confrontando due visioni del mondo e della società (anche e soprattutto a livello geopolitico e zone d'influenza) contrapposte. Da una parte l'Occidente (in qualche modo identificabile con l'Europa e la Nato - anche se della Nato fanno parte paesi come la Turchia non proprio "occidentali") dall'altra parte la Russia e la sua sfera di influenza. E poi c'è il ruolo giocato dalla Cina che non può certo essere il linea con gli Usa. Sullo sfondo, ma nemmeno tanto, le armi nucleari di cui, i paesi con  le visioni contrapposte, sono ampiamente dotati.

Rischio escalation

Secondo molti il rischio di escalation aumenta con l'aumentare dei giorni di guerra. Le sanzioni, la mancanza di materie prime a livello mondiale aumentano la possibilità di forti squilibri. Le possibili carestie del Nord Africa (Paesi come l'Egitto sono totalmente dipendenti dal grano Ucraino che non sta arrivando) potrebbero determinare migrazioni di dimensioni colossali verso l'Europa. E anche l'aumento dei prezzi sul tenore di vita in Europa non è trascurabile e potrebbe portare a svolte negli assetti politici di diversi stati.

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Perché Putin attaccherà l'Europa

C'è chi è convinto che il presidente russo abbia in mente, già da tempo, obiettivi europei per "contenere la zona di influenza della Nato" alle porte della Russia. Una sorta di cambiamento geopolitico degli equilibri scaturiti dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica. Stabilire dunque, un nuovo ordine mondiale. Una strategia che è illustrata da Sergey Karaganov (ex consigliere presidenziale per la politica estera con Boris Yeltsin e Vladimir Putin) oggi alla guida del Centre for Foreign and Defense Policy di Mosca, in un'intervista che ha rilasciato al Corriere della Sera. "Gli americani e i loro partner della Nato continuano a inviare armi all’Ucraina. Se va avanti così, gli obiettivi in Europa potrebbero essere colpiti o lo saranno per interrompere le linee di comunicazione. Allora la guerra potrebbe vivere un’escalation. È sempre più plausibile. Penso i generali americani la vedano come me", ha detto. Nelle sue parole ci sono la convinzione che la Russia sia più unita che mai intorno a Putin contro il pericolo della Nato e che ci sia la convinzione di sopporatre "maggiore povertà" per arrivare alla vittoria (non solo intesa contro l'Ucraina ma contro la visione del mondo Occidentale). Parole che non lasciano sperare nulla di buono.

In Ucraina si scontrano due visioni del mondo

L'Ucraina non è un nuovo attentato di Sarajevo 1914 (il pretesto che scatenò la prima guerra mondiale), non è nemmeno un comodo casus belli per una nuova guerra mondiale, ma "un luogo in cui si concentrano due concezioni del mondo: quello democratico atlantista da una parte e quello russo-asiatico che non fa altro che riproporre l'ex Urss con il velato supporto della Cina. Del resto l'organizzazione per la cooperazione di Shanghai non esiste da oggi e vede al suo interno Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, e poi Uzbekistan, India, Pakistan e Iran". Ecco chiarito a cosa servono i crescenti investimenti nelle armi: "A scegliere da che parte stare". A parlare con l'agenzia Dire in un fitto e lungo colloquio privato è una persona esperta di strategia militare in ambito internazionale che preferisce mantenere l'anonimato. Il discorso internazionale ha una forte eco nel cortile di casa e così se l'atto di indirizzo della Difesa del ministro Lorenzo Guerini nel 2021 faceva riferimento a un ruolo di Russia e Cina molto diverso da quello attuale, il nuovo avrà un ben diverso tenore e si partirà dai gap capacitivi, quindi dagli investimenti con la visione strategica di frenare Mosca che da assertiva ha messo in atto una politica espansiva e aggressiva in una specie di 'Anabasi' di Senofonte.

Perché Putin non attaccherà l'Europa

Fra chi sostiene queste tesi c'è naturalmente la convinzione che un allargamento del conflitto, magari a Paesi Nato, non sia fra le opzioni contemplate proprio per i rischi legati a un conflitto nucleare con bombe atomiche di cui sia i Paesi Nato che la Russia sono ampiamente dotati. Non convinzioni legare alla conoscenza dei piani militari e delle idee di Putin (sui quali, secondo molti, inciderebbe la malattia, probabilmente un tumore, che non lascerebbe molti anni di vita al presidente russo) ma la "ragionevolezza" che nessuno scatenerebbe un conflitto nucleare che avrebbe come fine ultimo la sostanziale cancellazione della vita sulla Terra. D'altronde diversi esperti non hanno escluso che la Russia possa usare "piccole" armi nucleari (bombe "dimostrative" da 15 chilotoni - quella di Hiroshima era da 10 chilotoni) già in Ucraina. Ciò che potrebbe porre fine alla guerra sarebbe un rovesciamento interno contro Putin. Una soluzione che molti ritengono plausibili (individuando la crescita degli oligarchi vicini a Putin contrari alla guerra) ma che altri invece smentiscono seccamente sottolineando che il "Popolo russo, ora come mai, è solidale con il suo presidente".