Svezia, a Stoccolma suonano le sirene antiaeree. "Allarme esercitazione per la guerra"

Sale la tensione, dopo l'attacco della Russia all'Ucraina la popolazione viene preparata ad ogni evenienza

Allerta Nato: caccia russi nei cieli Ue

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In Svezia l'allerta è massima. La paura che un attacco militare possa interessare il Paese scandinavo è alta. In una popolazione abituata a essere "tranquillizzata dalla autorità" (così è stata ad esempio affrontata l'emergenza Covid) da quando la Russia ha invaso l'Ucraina la tensione è salita. Complici la vicinanza al teatro di guerra e le minacce esplicitamente rivolte da Putin ai Paesi scandinavi.

Sirene antiaeree a Stoccolma

E dopo la corsa all'accaparramento dei generi alimentari (per fase scorte) che ha svuotato gli scaffali dei supermercati, ieri verso le 15 a Stoccolma hanno suonato le sirene d'allarme antiaereo. "Si tratta di una serie di esercitazioni che il Governo ha deciso per 'abituare' la popolazione ai diversi tipi di allarme", racconta un ingegnere italiano che da diversi anni vive e lavora a Stoccolma.

Le minacce della Russia

D'altronde proprio nei primi giorni di invasione dell'Ucraina alcuni caccia russi hanno violato lo spazio aereo Svedese, facendo salire ulteriormente l'attenzione. Una brocure sulle emergenze distribuita alla popolazione dal governo svedese illustra infatti i vari tipi di sirene d'allarme a seconda del tipo di emergenza.

L'incubo nucleare

Non c'è solo infatti il timore di un attacco, ma, vista la vicinanza all'Ucraina, c'è la paura che un incidente a una base nucleare (come quello sfiorato all'impianto di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa bombardata dai russi). Un incubo che la Svezia per altro ha già vissuto. Un centro di rilevazione svedese  a rilevare (e rivelare al mondo) livelli anomali di radiazioni dalla centrale nucleare di Chernobyl nel 1986 (costringendo le autorità Sovietiche a rendere pubblico l'incidente che sino ad allora era stato nascosto, per giorni, all'opinione pubblica). La Svezia fu infatti uno dei primi Paesi interessati dalla nube nucleare che il vento, nei giorni successivi all'incidente al reattore 4 di Chernobyl, porterà in mezza Europa (Italia compresa).