Il ponte dei peluche che in Romania accoglie i bimbi ucraini in fuga

La foto su Twitter dell'agente di polizia romena fa il giro del mondo, simbolo dell'esodo di milioni profughi tra cui tantissimi piccoli

E' già stato battezzato il "ponte dei peluche" dopo la foto postata su Twitter da un'agente di polizia che mostra dei peluche sullo storico ponte sul fiume Tibisco, distrutto dai bombardamenti nel 1944 e poi ricostruito nei primi anni Duemila. Il checkpoint collega la città ucraina di Solotvino a quella romena di Sighetu. Lì migliaia di ucraini stanno attraversando il confine per fuggire dalla guerra d'aggressione russa. E tra loro tantissimi bambini che, proprio come gli anziani, sono tra le vittime più fragili di questa immane tragedia. Hanno bisogno di conforto e quei peluche possono fare molto, se non tutto, per alleviare il dolore dell'abbandono. Intanto in poche settimane i numeri dell’esodo ucraino hanno assunto proporzioni enormi. Sono già tre milioni i profughi fuggiti dall'Ucraina, di cui il 60 per cento in Polonia.

Il cuore dell'Italia

L’Italia conta già 47mila arrivi. Dati al centro dell’audizione del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, in commissione bicamerale Schengen alla Camera. Curcio non usa giri di parole: “Gli strumenti dell’attuale sistema di accoglienza sono insufficienti, e se anche una parte di chi ha trovato ospitalità da amici e parenti chiedesse accoglienza allo Stato, il sistema sarebbe messo in crisi“. Ad oggi quasi tutte le persone arrivate in Italia sono ospiti di connazionali, parte di una comunità ucraina che nel nostro paese sfiora le 250mila persone. Quelle arrivate in Lombardia, al momento, sono circa 11mila anche se il governatore Attilio Fontana ha stimato che ne potrebbero arrivare 100mila. Tra questi, circa 3.200 hanno trovato accoglienza nella Città metropolitana di Milano. "Oltre il 40%- spiega la vicepresidente lombarda Letizia Moratti- sono minorenni". Ad ogni modo, come aggiunge l'assessore regionale ai Trasporti, Claudia Terzi, "i nostri uffici stanno lavorando anche per eventuali arrivi più massivi. Allo stato attuale, seppur con numeri importanti, non ci sono stati arrivi di massa"  In poche settimane i numeri dell’esodo ucraino sono diventati enormi.