Lusso, lite sui marchi legati a Mario Valentino, il tribunale di Milano fa chiarezza

Le piattaforme del lusso Farfetch non potranno più vendere online accessori usando marchi Valentino e Red Valentino

Valentino

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La piattaforma del lusso Farfetch e quella affiliata Modes non potranno più vendere online calzature borse e altri articoli di pelletteria usando i marchi «Valentino» e «Red Valentino», la cui titolarità è in capo alla Mario Valentino, azienda fondata a Napoli nel 1952, per i prodotti, sempre di pelletteria, realizzati dalla Valentino Spa, la casa di alta moda nota in tutto il mondo, per i quali si dovranno, invece, utilizzare i marchi «Valentino Garavani» o «Red V».

Lo ha stabilito il giudice civile Claudio Marangoni, presidente di una delle due sezioni specializzate in materia di impresa del tribunale di Milano, accogliendo il ricorso cautelare promosso dalla Mario Valentino spa, assistita dagli avvocati Pier Luigi Roncaglia, Francesco Rossi e Riccardo Perotti, partner dello studio Spheriens, contro Farfetch UK, gruppo che gestisce l’omonima piattaforma di e-commerce di abbigliamento e accessori di lusso, e Modes spa, titolare di alcune boutique e affiliata a Farfetch.

Al centro del contezioso c’è la commercializzazione con il marchio «Valentino» di calzature e borse provenienti dalla Valentino spa e non dalla azienda napoletana, alla quale il giudice ha dato ragione valorizzando un accordo di coesistenza sottoscritto dalle due società nel 1979. Accordo secondo il quale nei settori appunto di calzature, borse e accessori solo la Mario Valentino può usare e registrare il nome «Valentino», mentre la Valentino S.p.A. può usare e registrare il nome per esteso «Valentino Garavani». Non risulta che all’ordinanza sia stato opposto reclamo.