Udinese-Milan, rossoneri senza Giroud: chance dal primo minuto per Ibra?

Dubbio anche a destra con il ballottaggio fra Calabria e Saelemakers. Davanti Diaz favorito su De Ketelaere

Zlatan Ibrahimovic in campo contro la Salernitana

Zlatan Ibrahimovic in campo contro la Salernitana

Milano, 16 marzo 2023 - Dopo il pari casalingo contro la Salernitana, il Milan chiude il suo mese di marzo prima della sosta per le Nazionali con il match di sabato sera alla Dacia Arena di Udine: tanti i dubbi di formazione per Stefano Pioli che dovrà fare a meno di Olivier Giroud, squalificato, unico attaccante che finora non sta deludendo le attese sotto porta.

Verso Udine

In vista della gara di sabato sera contro l'Udinese, il tecnico emiliano dovrà anche decidere chi schierare a destra, tenendo conto anche dell'infortunio di Junior Messias che già ha saltato la gara contro la Salernitana. In ballottaggio ci sono Alexis Saelemaekers e capitan Davide Calabria che ieri ha commentato così il prossimo sorteggio dei quarti di finale di Champions League: "Ovviamente il derby è sempre il derby, ma l'ho detto anche al mister: le italiane le incontriamo sempre, vorrei le altre. Poi la Champions è sempre un'altra cosa, ma prendere il Real Madrid o il City … Mi piacerebbe giocarci”.

Occasione per Ibra?

Per quanto riguarda il fronte offensivo una chance dal primo minuto potrebbe arrivare, finalmente, per Zlatan Ibrahimovic: contro l’Atalanta, due settimane fa, lo svedese, fresco di convocazione per la sua Nazionale, ha rimesso piede in campo con i rossoneri dopo 280 giorni. Nelle ultime tre partite, l’attaccante ha giocato sempre più minuti: 16 contro la Dea, 24 con la Fiorentina e 28 con la Salernitana alla vigilia della sfida ai campani Pioli aveva parlato così di un suo possibile utilizzo dal primo minuto: “Non ancora, ma presto sì. Dipende da tante cose”. La squalifica del francese, in questo senso, potrebbe essere la motivazione giusta per rivedere Ibra in campo titolare. Le alternative, al momento, non sembrano garantire la giusta dose di concretezza e brillantezza sotto porta: Divock Origi, infatti, finora ha segnato solo due gol e non ha inciso quasi mai. A Londra contro il Tottenham ha colpito un palo negli ultimi minuti, troppo poco per un giocatore che, arrivato in estate con i postumi di un infortunio, non ha ancora dimostrato di poter incidere fattivamente nel gioco rossonero.

La seconda scelta porta ad Ante Rebic, utile per non dare punti di riferimento ai bianconeri, mentre a completare il trio offensivo del Milan, spazio a uno tra Brahim Diaz e Charles De Ketelaere, con lo spagnolo favorito, e Leao. Il croato, rimasto in panchina contro la Salernitana, non va in gol dal primo ottobre contro l'Empoli, mentre il numero 90 rossonero con il Bruges ha giocato spesso come falso nove segnando l’anno scorso 18 gol: tutt’altra storia in questa stagione in cui il belga non ha ancora trovato soddisfazione sotto porta, peccando anche di qualità e determinazione in tutte le sue prestazioni, mostrando solo timidi passi in avanti nelle ultime uscite.

Il caso Rafael

Il portoghese, infine, non va a segno da due mesi: l’ultima gioia di Rafa è arrivata in casa del Lecce il 14 gennaio scorso, con 10 partite in totale senza reti messe a repertorio, troppe per un attaccante della sua caratura, probabilmente distratto anche dalle voci sul rinnovo con il club di via Aldo Rossi che si sta tramutando in una lunghissima telenovela. La trattativa sarebbe in fase di stallo per due motivi, il primo legato per via della fitta agenda di impegni del Milan, mentre il secondo è riconducibile alla presenza di due figure come l'avvocato Dimvula e Jorge Mendes. Il Diavolo sarebbe disponibile a pagare la multa che Leao deve allo Sporting Lisbona, interessi compresi, nonché a soddisfare le sue richieste d'ingaggio da 7,5 milioni di euro ma la fumata bianca deve arrivare in questi mesi, prima della fine del campionato, altrimenti il giocatore finirà sul mercato e in vendita al miglior offerente. In campo, invece, il portoghese sembra pagare il nuovo modulo tattico scelto da Pioli in cui gioca in una posizione più centrale perdendo, di fatto, la sua comfort zone, quella fascia sinistra in cui è riuscito a fare la differenza.

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