
Luciano Spalletti
Milano, 8 maggio 2019 - Il messaggio è stato lanciato: voglio vincere, chiamatemi con un progetto intrigante o resto fermo ad aspettare che arrivi. La stagione vissuta senza poter lavorare sul campo, dopo il biennio al Chelsea, non ha scalfito le velleità di trionfo di Antonio Conte. Archiviata la possibilità di poter guidare la Roma (per ora) e recepite le scarse chances che Allegri liberi la panchina della Juventus, la destinazione più probabile per l’ex commissario tecnico resta l’Inter del suo vecchio a.d. Beppe Marotta. Ieri il dirigente nerazzurro ha fatto da scudo a Luciano Spalletti, in vista di un finale di campionato in cui è assolutamente vitale arrivare tra le prime quattro.
«Una società deve avere programmi a lunga durata. Spesso si cambia allenatore solo per qualche periodo negativo, c’è da essere razionali e capire che non può essere il capro espiatorio», sono state le parole pronunciate a un evento a Venezia. Il buon senso impone che non ci si scopra ora, ma in cuor suo Marotta sa che i prodromi per il matrimonio con l’ex c.t. ci sono. Una volta acquisita con certezza la possibilità di partecipare nuovamente alla Champions, senza la quale sarebbe impossibile organizzare un rafforzamento adeguato della rosa e mettersi su piazza per un allenatore di grande curriculum, l’Inter taglierà presumibilmente il cordone ombelicale che lega il club per altri due anni a Spalletti, con qualche rimpianto per quel rinnovo di contratto firmato (forse frettolosamente) qualche mese fa.
Da un tecnico all’altro, il volto dell’Inter potrebbe cambiare radicalmente. Seguace del 3-5-2, non un integralista ma comunque un forte sostenitore delle proprie idee, Conte gradisce sia l’ormai deciso arrivo di Godin che la corte serrata a Danilo, laterale brasiliano del City in rotta con Guardiola e che l’ex c.t. aveva cercato anche al Chelsea. Proprio da Manchester sarebbe ben contento di poter prelevare Gundogan, magari da affiancare a un prospetto italiano di sicuro affidamento. Su Barella, ad esempio, i nerazzurri sono molto avanti ma devono decidere se affondare il colpo. Altro giocatore del giro azzurro assai gradito è Federico Chiesa, che permetterebbe sia di avere una seconda punta per il modulo prediletto che di mantenere l’assetto con la punta centrale e tre uomini di supporto. Capitolo centravanti, non secondario: qualora dovesse restare Icardi sarebbe una certezza in più da cui poter ripartire, altrimenti va preso un top per l’attacco. Lukaku potrebbe lasciare Manchester, ma vai a spiegare a Suning che ha un ingaggio da 11 milioni netti. Meglio Dzeko, più “anziano” ma desideroso di rilanciarsi dopo un’annata tremebonda.