
Luciano Spalletti
Milano, 27 aprile 2019 - D’accordo, stasera a San Siro non ci sarà in palio lo scudetto (che i bianconeri hanno festeggiato già una settimana fa) e il clima di queste ore è più sereno rispetto a tante agitate vigilie che hanno preceduto Inter-Juventus negli ultimi quattro lustri. Ma il derby d’Italia, figlio di una rivalità che dura da oltre un secolo, è sempre da sold out, nonostante ci siano ben 26 punti a separare le due squadre. Anche perché, spinti dalla carica degli oltre 70mila fedelissimi, i nerazzurri si giocano la Champions League e i rivali possono sgambettarli sul più bello. Non solo. Sarà una notte speciale anche perché per la prima volta Beppe Marotta incrocerà il suo recente passato dopo il burrascoso divorzio dello scorso autunno, mentre in campo salterà l’attesa sfida a distanza fra Icardi (destinato alla panchina) e Dybala (infortunato), che la prossima volta potrebbero presentarsi a maglie invertite. Ma ci sarà l’atteso ritorno a Milano di Cancelo che con l’Inter fece benissimo un anno fa prima di trasferirsi a Torino dove è già in discussione (Paratici a caccia di un terzino destro capace di attaccare ma pure di difendere). S
enza dimenticare che da una parte c’è Luciano Spalletti e dall’altra Massimiliano Allegri, blindati da ricchi contratti ma con un futuro tutto da scrivere per motivi diversi (su entrambi svolazza l’ombra di Antonio Conte). Insomma, gli ingredienti per un’altra serata bollente ci sono tutti, ventuno anni e un giorno dopo la madre di tutte le battaglie calcistiche (o di tutti gli scandali, dipende dai punti di vista), quel Juventus-Inter con l’arbitro Ceccarini protagonista. Anche stasera ci sarà un fischietto livornese, il signor Banti, che però avrà sempre la Var pronta ad aiutarlo. E un’atmosfera molto meno avvelenata rispetto al passato. «Ma questa è comunque «la partita - avverte Spalletti -. Si gioca tutto l’anno nei bar, negli uffici, in vacanza. Visto che negli ultimi campionati loro ci sono stati davanti sempre, fare bene diventa fondamentale per diminuire queste distanze, per riuscire in un tempo limitato a vincere a batterli. Il gap sta nel gioco, il modo di stare in campo e... anche i campioni».
Tre punti già stasera sarebbero fondamentali per l’Inter, l’allenatore indica ai suoi la strada da seguire e le trappole da evitare, prendendosi anche dei meriti per il lavoro sin qui svolto: «Bisognerà stare in equilibrio, evitare le ripartenze: ci accoglieranno nella loro metà campo per poi giocare in velocità. Conterà la qualità del giropalla e in questo senso è importante il ritorno di Brozovic. Ecco, quelli sono i nostri punti di forza: possesso palla di qualità, pochi gol subiti, vittorie in trasferta e un espulso solo, segno di ottimi comportamenti». Basterà tutto ciò per la conferma? Spalletti sente il «rumore dei nemici» ma evita risposte equivoche: «Io devo dare il massimo, è giusto che la mia società vada a cercare il meglio per l’Inter. Se questo coinvolge anche il mio futuro, ci sta, se è per il bene dell’Inter...». Non abbocca Spalletti neppure quando gli si chiede di un eventuale trasferimento di Icardi alla Juve («Se potrebbe darmi fastidio? Non so quello che succederà alla fine del campionato») mentre tanti complimenti all’argentino (gli è stato preferito ancora Lautaro) li fa Allegri: «È straordinario, ha fatto sempre gol alla Juve». Il tecnico bianconero, che ha risparmiato a tutti il ritiro (squadra a Milano solo stamattina), non farà esperimenti considerate le assenze (di Bentancur l’ultimo forfait ma «non andiamo in giro a fare figuracce») però regala indizi per il futuro: «Lasciamo passare questi giorni, poi parleremo. Di solito ci vedevamo a giugno, siamo in anticipo. L’argomento decisivo? Analizzeremo quello che è andato bene o male».