MATTIA TODISCO
Inter

Inter, travolta la Salernitana, la testa è già alla Champions

Quella che per Beppe Marotta poteva essere una “insidia tremenda” è stata superata in scioltezza

Marko Arnautovic

Marko Arnautovic

Secondo Beppe Marotta, Inter-Salernitana era una partita dalle “insidie tremende”. Una buccia di banana, una vittoria che sarebbe stato facile considerare come scontata. Alla fine lo è stata davvero, per merito dei nerazzurri, che hanno ridotto a un allenamento il confronto contro l'ultima in classifica. Una squadra che sperava nel cambio di allenatore per un insperato colpaccio e che al contrario si è arresa presto, colpita da una raffica di conclusioni, legni, gol, azioni.

Lo score finale di 26 tiri totali e 10 in porta contro 1 (fuori) rende l'idea di un match impari, in cui l'unica preoccupazione degli oltre 72mila presenti sugli spalti è stata quella di non veder sbloccata nel primo quarto d'ora una sfida che aveva già offerto un saggio di quali fossero le distanze in campo.

Una volta tolto il tappo con Thuram, Lautaro ha raddoppiato a breve e il resto è stato accademia o poco più, fino al 4-0 finale. L'ingiudicabile Sommer, impegnato solo nel far partire l'azione coi piedi nei rari casi in cui il pallone è transitato dalle sue parti, ha aggiunto un altro clean sheet alla collezione stagionale (sono venti), Martinez è arrivato a 125 gol con l'Inter superando Icardi e diventando l'ottavo all-time nel club per marcature. Buchanan, salutato da un boato nel clima festoso, ha finalmente esordito.

Soddisfazioni personali in un complesso che ragiona da squadra e che alla Champions comincerà a pensare solo da ora. Troverà un'avversaria che non è quella incontrata sul cammino in questo venerdì, che ha esperienza europea, organizzazione e tecnica da grande palcoscenico. Serviva arrivare all'appuntamento col morale alto e senza sprecare troppe energie, obiettivo centrato perché dopo un'ora Inzaghi ha potuto togliere dal campo Martinez, Thuram e Mkhitaryan, poco dopo Calhanoglu e infine Bastoni, con i nerazzurri (in arancione) che continuavano a imperversare dalle parti di Ochoa. Palla alle inseguitrici: l'Inter, per ora, non si è fermata.

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