Il Sangiuliano rialza la testa. "La favola deve continuare. La serie C non è un sogno ma un obiettivo concreto»

Il dg Andrea Luce conferma l’impegno della famiglia nonostante le difficoltà in D "Qualcuno gongola, io mai ho pensato di mollare. Conservo più gioie che dolori. Investiremo ancora, senza dimenticare il progetto stadio: è già tutto pronto".

"La favola deve continuare. La serie C non è un sogno ma un obiettivo concreto"

"La favola deve continuare. La serie C non è un sogno ma un obiettivo concreto"

La scossa è arrivata nella partita più attesa, il “derby“ con il Fanfulla. Per capire se il blitz vincente a Lodi possa rappresentare la svolta dopo un sofferto avvio di stagione è presto per dirlo, ma in casa del Sangiuliano City è tornato il sorriso. E quel pizzico di ottimismo che s’intreccia con la voglia di mettersi alle spalle un anno complicatissimo. Lo sa bene Andrea Luce, dg dei gialloverdi, il “deus ex machina“ (con papà Giovanni) della favola Sangiuliano. Anni di sacrifici, lotte, conquiste e sofferenze. Passando dalla Seconda categoria alla C fra il 2017 e il 2022 prima della rocambolesca e dolorosa retrocessione in D nella passata stagione. Una storia scritta tra fango, sudore e vicende burocratiche. Accompagnata dalla passione per un pallone che rotola. Sempre in prima linea Luce, soprattutto quando si sente rumore dei nemici. "Quello lo affronto con diffidenza. Però poi c’è un limite. Quando viene insultata la mia famiglia a livello imprenditoriale allora non ci sto. Vedere chi per anni ha rosicato e ora gongola per le nostre difficoltà a livello di risultati mi dà fastidio. Noi ci siamo e ci saremo sempre. Ma nessuno tocchi la mia famiglia e il Sangiuliano City".

Direttore Luce, il suo stato d’animo è comprensibile. Quanto la rasserena ora il ritorno alla vittoria proprio in casa del Fanfulla?

"Non era una partita come tante ma in questo momento contava solo il risultato, per l’ambiente e per la squadra. La stagione è iniziata male, l’unico mezzo per cercare di cambiarne l’inerzia era la vittoria. E’ arrivata"

Passo indietro. Il 2023 è da dimenticare. Solo quindici mesi eravate la matricola terribile in C. Siete passati dal sogno serie B all’incubo dell’Eccellenza delle ultime settimane.

"Questo è il calcio. Regala grandi emozioni e risultati importanti. Poi da un momento all’altro ti ritrovi a lottare per salvarti. Ma abbiamo detto la nostra nonostante la retrocessione. Sia chiaro, qualche colpa me la prendo, in un momento della stagione non bisognava cambiare all’interno della squadra, a partire dalla guida tecnica. Però c’è stata anche la componente sfortuna di vivere un torneo di Lega Pro quando i valori erano molti alti e competitivi. Qualcosa di positivo me la porto dietro, perché nel calcio come nella vita non si smette mai di imparare. E tutto questo ci permetterà anche in futuro di programmare il ritorno in questa categoria".

L’attualità dice che state soffrendo parecchio in D...

"Paghiamo un po’ la delusione accumulata e poi il fatto di essere partiti in ritardo ci ha penalizzato per alcune scelte di cui mi assumo le responsabilità. Avevamo scadenze per tentare la riamnissione in C, eravamo totalmente indirizzati su quello. Adesso è tornato in panchina mister Ciceri di cui apprezzo la visione calcistica. Con lui ho un bel rapporto. Oggi lavoro per migliorare".

Anche perché il Sangiuliano City ha continuato a investire.

"Oggi sento dire che ci sono club in difficoltà per colpa di sponsor che non mantengono promesse. La nostra società è a gestione familiare, ogni centesimo speso proviene dalle tasche della famiglia Luce. I risultati ci sono stati e sarà così in futuro sperando di riabbracciare situazioni positive".

Vi siete liberati di ingaggi pesanti. Ieri sono usciti anche Cinelli, Nobile e Rao. Per qualcuno non è un buon segnale...

"Se si guardano le statistiche si capisce che trattasi di calciatori non più funzionali alle nostre esigenze. Percio li abbiamo ceduti dopo aver puntato su di loro in estate. Qualcuno non si è adattato alla categoria, La responsabilità adesso ce l’ho io e faccio valutazioni. Solo scelte tecniche, non un risparmio. Oggi si liberano giocatori per farne arrivare di nuovi anche se il mercato di dicembre non è semplice per chi ha classifica difficile."

Altro obiettivo: la valorizzazione del settore giovanile. Lo scorso anno grazie a mister Di Benedetto avete sfiorato lo scudetto con l’under 17 arrivando fra le prime quattro nel torneo riservato ai club di C...

"Da sempre la società ha a cuore il vivaio. Nella passata stagione abbiamo investito tanto per affrontare al meglio i campionati e i risultati sono stati incredibili anche con calciatori che arrivavano dalle “regionali“. Soprattutto gli allievi di mister Di Benedetto sono stati strepitosi e questo lavoro va proseguito. Alcuni di quei ragazzi sono in pianta stabile con la prima squadra, ben tre erano contro il Fanfulla... Questi ragazzi del 2006 sono le basi del futuro e hanno un valore importante, la società punterà ancora sullo sviluppo del settore giovanile".

Capitolo stadio. Da Seregno a Riozzo. Aspettando un campo tutto vostro nell’hinterland?

"Ora mi stanno a cuore due situazioni legate alle strutture. La prima riguarda lo stadio, la portiamo avanti nel quotidiano. I progetti sono pronti e depositati, c’è massima collaborazione con l’amministrazione comunale coinvolta nella realizzazione dell’opera, aspettiamo tutti gli ok burocratici. Ma stiamo pensando anche alle strutture nostre, quelle del terrritorio di San Giuliano. Appena i due centri sportivi di via Risorgimento e Sesto Ulteriarmo rientreranno in capo al comune chiederemo di gestirli in comodati pluriennali, migliorando le strutture. In via Risorgimento abbiamo già investito migliaia di euro, ci sono dieci squadre dell’attività di base che si allenano qui".

Cosa l’ha delusa maggiormente da quando è nel calcio?

"Sono nel mondo del pallone dal 2010, il più grande dispiacere è proprio quello del supporto delle strutture. Non ne veniamo a capo. Le istituzioni potevano fare di più, Io ho sempre fatto tutto con passione e sacrificio, nel calcio bisogna essere capaci a gestire tutti i momenti. Si puo gioire ma bisogna soprattutto essere forti".

Sia sincero. Lei e la sua famiglia avete pensato anche per un attimo di mollare tutto?

"Mai. Queste sono situazioni da affrontare. Però in questi anni ho avuto più gioie che dolori. E comunque nelle difficoltà non si scende dalla barca. Vero, ci sono state situazioni mortificante. Altri avrebbero mollato".

Resta il sogno serie C...

"Il mio non è più un sogno come anni fa. Per me è un obiettivo. Non bisogna sognarlo ma lavorarci".

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