ANDREA SPINELLI
Milano

I Casino Royale tornano sul palco: "Un rito collettivo contro la paura"

Il frontman Alioscia Bisceglia parla di ripartenza, saranno ospiti negli spazi FOG Triennale Milano Performing Arts

I Casino Royale

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I Casino Royale tornano sulla strada domenica prossima. E per farlo scelgono un palco di prestigio come quello del FOG Triennale Milano Performing Arts. I Casino Royale sono morti e risorti decine di volte, questa è l’ennesima ripartenza” ammette il frontman Alioscia Bisceglia.

Che significa tornare?

"Significa rispondere innanzitutto al bisogno di un confronto pubblico con quelli della nostra generazione, anche se, dopo trentacinque anni, siamo forse andati oltre a giudicare dal numero di ragazzi che ci dice d’aver scoperto la nostra musica".

In Triennale sarete accompagnati da una formazione da camera, il Venaus Quintet.

"Con loro avevamo già collaborato a ‘Piazza Verdi’ su Radio Rai Tre. Solo che in quel contesto eravamo noi gli ospiti, mentre stavolta sono ospiti nostri. Il Venaus ci accompagna in diversi momenti, diventando protagonista assoluto di alcuni interludi".

Il set delle 19.30 è esaurito, quello delle 21.30 quasi.

"Il momento è delicato per salire su un palco, ma le canzoni parlano per noi. Nella confusione, la necessità di trovare quella stella polare che ci indichi il cammino di cui parliamo pure nell’ultimo album è più forte che mai. Speriamo, quindi, che il concerto si trasformi in un rito collettivo capace di farci sentire un po’ meno soli con i nostri timori e le nostre piccole, grandi, vulnerabilità".

La scaletta è stata concepita ap positamente per l’evento.

"Abbiamo fatto una selezione di pezzi coerente con l’immaginario e la narrazione dell’ultimo album ‘Polaris’ affiancandoli ad alcuni del passato riarrangiati, ovviamente, in una chiave compatibile con il nuovo repertorio. Ci sono pure un inedito e tre rivisitazioni che faremo in compagnia di Marta Del Grandi".

Atmosfera molto varia.

"Si passa dall’urban alla musica cameristica, mettendo in piede sul palco del club e l’altro in uno studio di RadioRai. Per non farci mancare nulla, accoglieremo sul palco dei writers che durante i concerti terranno una performance di street art dando vita ad una loro opera sotto gli occhi del pubblico".

Progetti?

"Stiamo pensando ad un tour, senza archi. Da tempo abbiamo in corso pure i lavori di un film sperimentale per cui è già stato girato parecchio materiale senza riuscire però a trovare il tempo necessario per finalizzare il tutto. Oltre a suonare, infatti, abbiamo tutti attività parallele. La mia è l’Elita, il mio bar sul Naviglio; vero e proprio ‘laboratorio’ socio-antropologico in cui confrontarmi con gli altri e poi filtrare le suggestioni attraverso la mia sensibilità, il mio ottimismo, le mie paure".