ALESSANDRA ZANARDI
Milano

Paullo celebra il suo riso: “Qui è nato il Carnaroli. Ottant’anni di successi”

Un convegno ha reso omaggio al prodotto creato subito dopo la guerra. La famiglia De Vecchi incrociò Vialone e Lencino a Cascina Casello

Un’immagine d’epoca delle mondine nelle risaie del Sud Milano

Un’immagine d’epoca delle mondine nelle risaie del Sud Milano

Paullo (Milano) – Il 2025 è l’anno del riso italiano. A Paullo le celebrazioni sono già iniziate: ad aprire le danze un convegno dedicato agli 80 anni del Carnaroli, il cui seme venne isolato nelle campagne del paese, nel lontano 1945. A scoprire che incrociando il Vialone col Lencino si otteneva una semente di assoluto interesse fu la famiglia De Vecchi, con Angelo, proprietario di Cascina Casello a Paullo, e il cugino Ettore, pavese trapiantato a Milano, grande appassionato di risicoltura. Dalla sinergia tra i due nacque una varietà di riso che ancora oggi è tra le più apprezzate per la sua capacità di tenere la cottura e assorbire i condimenti. Sull’origine del nome c’è qualche divergenza: i discendenti dei De Vecchi sostengono che si chiami Carnaroli in onore dell’allora “camparo“, addetto all’approvvigionamento dell’acqua nelle risaie di Paullo. Una seconda scuola di pensiero vuole invece che il nome derivi da quello dell’allora commissario dell’Ente risi, Emiliano Carnaroli.

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PAULLO - 20-02-2025 - CONVEGNO PER 80 ANNI DEL RISO CARNAROLI - I RELATORI - FOTO CANALI/ANSA - PER REDAZIONE SUD MILANO/METROPOLI - PINCIONI/CANGEMI

Anche di questa simpatica diatriba si è parlato nel convegno “Carnaroli 1945-2025“, ospitato nella sala consiliare del Comune alla presenza del sindaco di Paullo Luigi Gianolli, dell’assessore alla cultura Gabriele Guida e di diversi esponenti dell’Ente nazionale risi, tra i quali la presidente Natalia Bobba. Presenti anche Paola De Vecchi, nipote di Angelo, Andrea Bertolazzi, presidente della pro loco Paullo, Valentina Sello, sommelier del riso, e Vera Dini d’Arezzo, nutrizionista. “Il 2025 sarà l’anno del riso italiano, sinonimo di bontà. In questo contesto, il Carnaroli è un valido ambasciatore della cucina italiana nel mondo. Dietro ogni chicco c’è una storia di passione, gusto e territorialità. Una storia che intendiamo salvaguardare e valorizzare”, ha detto la presidente dell’Ente risi durante il convegno, che è stato anche l’occasione per ricordare le cascine che un tempo punteggiavano il Sud Milano, il duro lavoro delle mondine e le prime mobilitazioni al femminile per ottenere condizioni di lavoro più dignitose.

Intanto, in 11 ristoranti tra Sud Milano, Lodigiano e Cremasco lunedì prenderà il via l’edizione 2025 della rassegna “Gustariso“, con una serie di specialità dedicate proprio al re dei risotti. Gli chef cucineranno solo il Carnaroli originale, ossia quello “a dna controllato“. Dopo il successo delle scorse edizioni, verrà riproposta la possibilità di scegliere tra menù a prezzo fisso e piatti alla carta, e di prenotare sia in settimana che nel weekend. L’iniziativa terminerà il 23 marzo. Il tutto in attesa della sagra di giugno al Parco Muzza, con le maxi risottate cucinate in un pentolone da 50 chili.