Sesto, da ultimo della classe a donatore di midollo: la storia di Stefano

A 22 anni ha salvato una sconosciuta

Stefano Piromallo

Stefano Piromallo

Milano, 1 aprile 2018 - Per riassumere la sua carriera scolastica, i professori delle superiori hanno utilizzato la più classica delle affermazioni: «È intelligente, ma non si applica…». Però si sa, la scuola non è tutto e, anche se non accade a tutti, certe volte nella vita si può diventare campioni anche dopo qualche inciampo nel curriculum didattico. Questa sembra essere la storia di Stefano Piromallo, oggi ventiduenne, di Sesto San Giovanni che nonostante il fallimento scolastico in questi giorni è diventato un esempio per tanti studenti, per la passione che mette nelle cose che fa e per l’amore che ha dimostrato verso la vita. Stefano di recente ha eseguito una donazione di midollo osseo che è servito a salvare una vita.

Si dirà, ma che c’entra la donazione di midollo con la sua carriera scolastica? Ebbene Stefano fino a qualche anno fa era allievo dell’istituto professionale Molaschi di Cusano Milanino. «Era simpatico, facevo fatica a sgridarlo anche quando mi faceva uscire dai gangheri – ricorda il professor Francesco Caldarelli, l’insegnante di ginnastica che con lui aveva un buon rapporto –. Crescendo è cambiato; curioso, sensibile, aperto a tanti aspetti importanti della vita. Spesso si fermava a chiacchierare e mi faceva domande interessanti. Leggeva molto. Ma a scuola… niente da fare. A dicembre aveva già esaurito i venti ritardi. Bocciato in quarta per le troppe assenze». Conferma Stefano: «Ho capito subito che non era la mia scuola e che la professione di elettricista non era il mio destino – confessa il giovane, che ha abbandonato al quarto anno –. Fuori da lì ho cominciato a lavorare con internet con alcuni amici e abbiamo trovato la nostra strada».

Ha dimenticato in fretta quel periodo scolastico, ma non ha scordato un aspetto: il professor Caldarelli aveva educato lui e i suoi compagni a essere responsabili nei confronti della vita. «A un certo punto ho smesso di fumare e bere e sono diventato donatore di sangue», racconta. Molti studenti sono rimasti donatori Avis anche dopo gli studi e lui, complice un invito sussurrato dallo stesso prof, aveva accettato di farsi inserire anche nella lista dei donatori di midollo. «Non pensavo che mi avrebbero mai chiamato, del resto il prof era stato in lista per decenni e non era stato mai chiamato. Invece, un giorno è arrivata la telefonata. Il mio midollo era compatibile al 100% con quello di una donna. La mia gemella genetica».

Stefano confessa di aver avuto paura nei primi momenti: «Non sapevo cosa sarebbe accaduto, ma l’idea di poter contribuire a salvare una vita mi ha dato forza – spiega –. Ho eseguito la mia donazione. So che il mio midollo è andato a una madre che rischiava di morire per la leucemia. Sono super felice di ciò che ho fatto, anche se non saprò mai chi è la mia “gemella genetica”, né se ho contribuito a salvarla. Ciò che ho pensato è che quella donna poteva essere mia madre. Nulla poteva essere più importante che aiutare una madre».

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