Milano, Sala e Pisapia: "Pd, serve unità"

I sindaci incalzano i dem. Bussolati propone un «partito federale»

Da sinistra, il sindaco Giuseppe Sala, il segretario Pd Pietro Bussolati e l’ex sindaco Giuliano Pisapia

Da sinistra, il sindaco Giuseppe Sala, il segretario Pd Pietro Bussolati e l’ex sindaco Giuliano Pisapia

Milano, 17 novembre 2018 - «Unità». Lo dice Giuliano Pisapia, lo ripete Giuseppe Sala. L’ex sindaco e l’attuale primo cittadino si presentano nel tardo pomeriggio all’incontro alle Stelline sulla «rendicontazione» quinquennale del segretario metropolitano uscente dei dem Pietro Bussolati e danno un po’ di consigli al Pd in vista dei congressi milanese e lombardo di domani e della resa dei conti nel partito nazionale nel 2019. Pisapia esordisce dicendo che «l’unità è fondamentale» e suggerisce ai vertici democratici di «non limitarsi a ringraziare Milano, ma di prenderla ad esempio». L’ex numero uno di Palazzo Marino evoca il Modello Milano che ha consentito al centrosinistra di governare la metropoli lombarda dal 2011 in avanti. Anche Sala cita il Modello Milano che gli ha fatto conquistare il Comune nel 2016, ma guarda soprattutto ai prossimi due anni e mezzo, quelli che porteranno alle amministrative del 2021. Il primo consiglio del sindaco al Pd è «stare insieme rispettando le differenze». Unità, appunto. Non solo. Sala pensa che i democratici e tutto il centrosinistra debbano puntare a «riempire i vuoti» dell’attuale politica: «L’ambiente è un vuoto ed è un tema di sinistra, il lavoro anche, la questione femminile è un altro vuoto su cui lavorare».

È il turno di Bussolati, consigliere regionale del Pd che, dopo le primarie di domani e la successiva assemblea dem, non sarà più segretario metropolitano del partito. Il suo bilancio quinquennale è positivo, rivendica il fatto che «tra il 2015 e il 2016 il Pd sia stato un laboratorio politico di innovazione» che ha portato alla vittoria di Sala a Milano quando già il vento della Lega e del M5S iniziava a soffiare. Ma il segretario ormai uscente non dimentica nella sua relazione «le sconfitte sanguinose a Sesto San Giovanni e a Cinisello Balsamo». Un’autocritica? Bussolati rilancia: «Mi piacerebbe dire che con un diverso assetto avremmo vinto in quei due Comuni, ma non è così». La ricetta del segretario è un’altra: «Bisogna avere il coraggio di costruire un partito federale su fisco, sicurezza e ambiente. La Lega ci ha lasciato delle praterie nelle aziende del Nord». Bussolati rilancia l’idea di un «Pd del Nord», un partito federale di cui ieri mattina ha parlato anche il segretario lombardo uscente dei dem Alessandro Alfieri. Il Pd, in altre parole, dovrebbe sfidare sui suoi vecchi terreni «la Lega nazional-popolare» non più federalista e indipendentista.

Ecco il consiglio di Bussolati al suo successore: in corsa ci sono Silvia Roggiani, Ugo Vecchiarelli e Davide Skenderi. Pisapia, intanto, dà atto al segretario uscente di aver contribuito a costruire «una comunità politica importante a Milano» e invita tutti a «non buttare via quanto di buono è stato fatto» negli ultimi anni. Sala dà un «voto alto» a Bussolati: «Ci ho litigato tante volte, come si fa con le persone a cui si vuole bene. È persona che non si nasconde, mi piace». Il segretario uscente, infine, svela un piccolo retroscena: «Pisapia mi disse che non si sarebbe ricandidato nell’ottobre 2014». La rinuncia ufficiale di Giuliano, però, avvenne solo nel marzo 2015. Bussolati sapeva da quattro mesi. Ma non poteva dirlo.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro