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Milano, verso le elezioni: la rivolta degli Arancioni

Al rifiuto opposto martedì da Francesca Balzani si aggiunge quello minacciato ieri da Paolo Limonta a nome degli Arancioni di GIAMBATTISTA ANASTASIO

Francesca Balzani e Paolo Limonta (Newpress)

Milano, 10 marzo 2016 - Strappo chiama strappo. Al rifiuto opposto martedì da Francesca Balzani si aggiunge quello minacciato ieri da Paolo Limonta a nome degli Arancioni. La vicesindaco non ha giudicato esaustive le garanzie avute da Giuseppe Sala (in primis) e dal Pd in cambio della disponibilità a capeggiare quella lista della sinistra chiamata a garantire al candidato sindaco la tenuta dei consensi anche in quella parte della coalizione. Per questo, martedì, la vicesindaco si è chiamata fuori. Ieri a cascata ecco la reazione di chi avrebbe dovuto far parte di tale lista: Arancioni, Sel e Verdi. Le anime della sinistra scettica si sono incontrate nel pomeriggio e nelle stesse ore i vertici locali di Sel incontravano il sindaco Pisapia, a sua volta in contatto con Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Pd, e Sala. Giornata difficile, telefoni roventi.

«Le forze coinvolte nel progetto della lista della sinistra hanno chiesto al candidato sindaco un incontro per le 17.30 di venerdì (domani ndr) – fa sapere in serata Limonta –. A Sala comunicheremo che ad oggi non ci sono i presupposti per creare la lista. Nel mese successivo alle primarie, Sala non ha dato il giusto riconoscimento alle istanze della Balzani e ai mondi da essa rappresentati: sono stati più i silenzi che i pubblici riconoscimenti». Solo lunedì, dall’Elfo Puccini, Sala aveva però proposto alla sinistra un patto. Non abbastanza, secondo gli Arancioni. Serviva, a quanto pare, anche un pubblico riconoscimento del ruolo che avrebbe potuto giocare la stessa Balzani nella Giunta Sala - urne permettendo - per effetto della copertura garantita a sinistra (leggi: la riconferma a vicesindaco). Limonta stoppa poi ogni totonome: «Nessuno pensi a capilista alternativi, nessuno venda la pelle dell’orso prima di averlo ammansito». Gli Arancioni vogliono il ritorno in campo della Balzani. I Verdi sono sulle stesse posizioni. Sel, invece, si ferma un passo prima. Lunedì si terrà un’assemblea pubblica tra le forze del cartello della sinistra ma tra i vendoliani non manca affatto chi è disposto a ragionare su nomi alternativi alla Balzani.

Il sogno proibito è che sia addirittura Pisapia a capeggiare la lista della sinistra, prospettiva a dir poco complicata. Non disponibile Gad Lerner, che ha condiviso il rifiuto della vicesindaco. Sel, a differenza di Verdi e Arancioni, ha una necessità in più, quella di trovare un nome forte per respingere le richieste di rottura col Pd che arrivano dai vertici romani: «La scelta della Balzani allontana e indebolisce la possibilità di una lista che non si accontenti di fare testimonianza ma riesca a dare rappresentanza alla sinistra – fa sapere la coordinatrice lombarda Chiara Cremonesi – Quanto successo ci impone di riaprire subito la discussione». Attenzione, intanto, a Gherardo Colombo, possibile candidato dela sinistra radicale e dei civici.