
Pippo Civati
Milano, 7 maggio 2015 - C'eravamo tanto amati ma adesso ognuno va per la sua strada. Tra Pippo e Matteo i "civatianì" milanesi scelgono il premier o meglio scelgono di non lasciare il Pd. In una nota congiunta, infatti, la corrente milanese legata al monzese Giuseppe Civati si dice "profondamente rattristata" dalla sua scelta. "Comprendiamo la sua esasperazione e frustrazione verso un gruppo dirigente che non intende confrontarsi con i dissensi interni e le proteste nel Paese - spiegano - così come condividiamo appieno i contenuti delle battaglie politiche che Civati ha portato avanti finora", ma "pensiamo che l'affermazione di questi valori possa essere ottenuta dall'interno del partito".
"Se oggi rileggiamo la mozione congressuale continuiamo a pensare che lì stiano le ragioni del nostro fare politica e dunque per noi Pippo rimane l'interlocutore privilegiato del dialogo con chi vuole ricostruire un centrosinistra nuovo". Ma i 28 firmatari, tra cui il capogruppo democratico in Consiglio comunale di Milano, Lamberto Bertolé, e tre consiglieri, affermano di "credere nel Partito democratico come coesistenza di culture diverse che si confrontano, dialogano e producono azione politica". "Abbiamo rappresentato, e continueremo a farlo, un'area radicale sui temi dirimenti della contemporaneità, popolare nei valori di sinistra e propositiva nel metodo di lavoro e nell'azione politica quotidiana. A Milano, dove alle ultime elezioni per il segretario regionale siamo risultati essere maggioranza nel Pd, rafforzeremo il nostro impegno", anche in vista delle comunali del 2016 in cui l'obiettivo è "rivincere" seguendo "un percorso, che attraverso le primarie individui un candidato capace di continuare l'esperienza di questi anni, un centrosinistra unito e di governo"