Milano, il call center di Paternò torna a dividere Lega e FdI

Emendamento di Caparini per cedere il back office del centralino di prenotazione degli esami medici. Lucente: noi non consultati

Davide Caparini (Lega): assessore lombardo al Bilancio

Davide Caparini (Lega): assessore lombardo al Bilancio

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Milano -  Da Fratelli d’Italia assicurano di aver saputo di quell’emendamento soltanto ieri, giorno d’inizio della discussione sull’Assestamento di Bilancio in Consiglio regionale. Da qui "l’irritazione". Il leghista Davide Caparini, assessore regionale al Bilancio, assicura invece che in quell’emendamento non c’è nulla che non fosse noto. Il dato di fatto è che Fratelli d’Italia pone di nuovo un problema di metodo e di confronto all’interno della maggioranza che governa la Lombardia, ed in particolare lo pone alla Lega, dalla quale esige maggior considerazione.

Un malcontento, quello degli esponenti lombardi del partito di Giorgia Meloni, già emerso in occasione della scelta dell’esecutivo di azzerare il Consiglio d’amministrazione di Aria Spa e che era poi esploso in occasione delle nomine del board di FNM, quando gli assessori meloniani, per protesta, abbandonarono la seduta della Giunta. Questa volta non c’è solo Aria di mezzo ma anche una questione storicamente cara a Fratelli d’Italia: quella dei call center di Paternò e Biancavilla, entrambi in provincia di Catania, l’uno a pochi chilometri dall’altro, che gestiscono il Centro unico di prenotazione (Cup) del sistema sanitario lombardo. Di Paternò sono i fratelli Ignazio e Romano La Russa, cofondatore di Fratelli d’Italia nonché ex ministro il primo, ex assessore lombardo il secondo. Storia nota quella che attribuisce proprio all’influenza dei La Russa la scelta, datata 2005 e già allora contestata dalla Lega, di portare in Sicilia un call center di circa mille persone che lavori per la sanità lombarda. E da allora qualcosa è cambiato. Oggi quel call center è gestito da una società privata trentina, la Gpi, che nel 2015, quando la Regione era guidata dal leghista Roberto Maroni, ha acquistato da Lombardia Informatica il relativo ramo d’azienda per 12,5 milioni di euro. Al tempo stesso la Gpi ha ottenuto dalla Regione una commessa da 20 milioni all’anno per 6 anni per continuare a gestire le prenotazioni di esami e visite mediche in Lombardia.

Ora l’emendamento firmato da Caparini ripropone lo stesso schema del 2015: la Giunta lombarda ha infatti deciso di cedere anche l’ultimo servizio gestito direttamente dalla Regione attraverso i due call center dislocati in Sicilia: il servizio di back office, vale a dire il servizio di supervisione, monitoraggio e valutazione dell’operato del Cup. Tradotto: dell’operato di Gpi.

Nel dettaglio, per effetto dell’emendamento Aria Spa (erede di Lombardia Informatica) "è autorizzata a costituire una società per la cessione, con procedura ad evidenza pubblica, del ramo d’azienda “Struttura di Back Office del call center regionale“. A tal fine è autorizzata una spesa di 287.106 euro per il 2021 e di 85.400 per il 2022. In totale: 372.506 euro. "L’operazione – si legge nell’emendamento – rientra nell’ambito della razionalizzazione delle società partecipate". Il Back Office consta, per l’esattezza, di 40 lavoratori. Il call center oggi gestito da Gpi andrà invece a gara entro l’anno perché il contratto di 6 anni più anno è arrivato a scadenza. Tutto pacifico? Solo in superficie. Fratelli d’Italia fa sapere, infatti, di aver saputo dell’emendamento di Caparini solo ieri mattina. "La nostra priorità è l’interesse dei lombardi: se questo emendamento comporta un risparmio per la Regione, noi lo voteremo – spiega Franco Lucente, capogruppo di FdI in Consiglio regionale –, ma ci ha infastidito il modo con il quale siamo venuti a conoscenza di questa scelta. All’interno della maggioranza deve esserci più condivisione e più considerazione, soprattutto su Aria". "Il contenuto di quell’emendamento – risponde Caparini – era ampiamente noto. La scelta è stata riportata anche nel piano industriale di Aria, illustrato in commissione".  

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