DIEGO VINCENTI
Milano

Giuseppe Cruciani sbarca a teatro: "Odio le bici. E non escludo Vannacci"

Il conduttore radiofonico al Manzoni di Milano con ‘Via Crux. Tutto quello che pensate e non avete il coraggio di dire’

Giuseppe Cruciani

Giuseppe Cruciani

Milano - Sul campo si è guadagnato un certo patentino di autenticità. Innegabile. Eppure di fronte a Giuseppe Cruciani, viene sempre da domandarsi quale sia il limite fra la persona e il personaggio. Figurarsi a teatro. Dove stasera – mercoledì 29 maggio – arriva ospite del Manzoni con ‘Via Crux. Tutto quello che pensate e non avete il coraggio di dire’. Insomma: il conduttore della Zanzara (Radio 24) se la prende con il mondo buonista. Ancora una volta. Ed è successo clamoroso. Tanto che si stanno già programmando nuove date per la prossima stagione.

Cruciani, è curioso vederla a teatro.

"Effettivamente dico già tutto quello che voglio in radio. Ma credo che il palcoscenico rimanga il luogo di maggiore libertà in assoluto. Mi piaceva l’idea di provarmi con qualcosa di nuovo, condividendo piccoli monologhi sui miei pensieri".

In che senso?

"Creare dei filmati, qualcosa per le piattaforme". Cosa racconta sul palco? "Che anche se viviamo in un periodo in cui si può dire qualsiasi cosa, le persone hanno il terrore di esprimersi. Soprattutto su quei temi in cui sei subito accusato di omofobia, razzismo, sessismo. Dinamica che arriva con qualche anno di ritardo dall’America. Racconto quindi della dittatura delle parole proibite o di certe battaglie ridicole del mondo lgbt+ o del neofemminismo".

Ma lei si è mai sentito vittima? "No. E non mi sono nemmeno mai sentito offeso. Per me gli hater non esistono, sono prodotti dell’importanza che diamo loro, non vanno considerati". Quanto c’è di lei sul palco?

"Credo di avere una patente di genuinità che proviene dal lavoro di questi anni. Perché non puoi resistere tutto questo tempo fingendo, se quotidianamente ti cali nel dibattito delle idee. A teatro sono me stesso al 100%".

Si considera un libertario?

"Assolutamente sì. Mi fa ridere chi dice che difendo il governo Meloni, per questioni come la legalizzazione delle droghe leggere o i matrimoni egualitari sono più vicino a Elly Schlein. C’è perfino chi lo considera uno spettacolo di destra visto che si vanno a toccare temi alla Vannacci". Le piace davvero il generale? "È l’unica novità di queste elezioni, positiva o negativa che sia. Uno sconosciuto che diventa materia di discussione per la sinistra e per la destra. Non escludo di votarlo e non perché sia d’accordo con lui su tutto. Per andare contro a quelli che lo odiano".

A Milano lei invece odia le biciclette: che le hanno fatto? "Adoro la città ma vorrei che fosse la prima al mondo certificata BiciFree: non le posso vedere. Così come quelle inutili piste ciclabili, quando invece ci sono ancora innumerevoli barriere architettoniche". Diego Vincenti