Costi raddoppiati, milanesi in crisi. "La tempesta perfetta per le famiglie"

Studenti e lavoratori mostrano i conti. Cgil-Federconsumatori: come i commercianti, mettiamo le bollette in vetrina

Massimo Bonini, presidente della Cgil di Milano

Massimo Bonini, presidente della Cgil di Milano

Milano - Alice Simionato, che si è trasferita a Milano dalla provincia di Verona per studiare al Politecnico, dal 2017 ha dovuto cambiare tre case in condivisione con altri giovani a causa dei continui aumenti del canone d’affitto. La "crescita spropositata" del costo della vita costringe la 23enne a lavorare per potersi mantenere durante gli studi. Anna Romanelli, 57 anni, partita Iva con un introito di circa 1700 euro al mese, usa una stanza della sua casa come ufficio. Con l’esplosione dei costi energetici, in aggiunta al generale aumento del costo della vita, da autunno inizierà una corsa a ostacoli per arrivare alla fine del mese.

Conseguenze di una crisi che si abbatte non solo sulle aziende ma anche su giovani e famiglie a reddito medio, messe in ginocchio dai rincari. "L’unica preoccupazione del dibattito politico è quella di sostenere le aziende, dimenticando invece i problemi delle persone che stanno pagando un prezzo altissimo", spiega il segretario generale della Cgil di Milano, Massimo Bonini. Sul tavolo del sindacato e di Federconsumatori Milano, dati che fanno emergere un quadro allarmante, a partire dagli stipendi.

Nella Città metropolitana di Milano, infatti, attualmente 340mila persone guadagnano meno di 15mila euro all’anno, e il 60% dei cittadini guadagna meno di 26mila euro. I cosiddetti “working poor“, spesso con lavori precari e intermittenti, già spinti ai margini nella città con il costo della vita più alto d’Italia ora potrebbero precipitare nel baratro dell’indigenza. Ma i rincari stanno mettendo in difficoltà anche persone con stipendi “normali“, che non aumentano o in alcuni casi si riducono rispetto al passato.

Secondo Bonini, una dinamica "da tempesta perfetta", con "un impatto sociale devastante". Si incrociano infatti fattori come un costo della casa alle stelle, inflazione, precarietà e discontinuità lavorativa, l’aumento del costo dell’energia e del denaro con le conseguenti ricadute su mutui, affitti e prestiti. "Chiediamo alla politica di spingere per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro – prosegue Bonini – che si tradurrebbe in un aumento degli stipendi. Una riforma fiscale con sostegno ai lavoratori dipendenti o alle partite Iva monoreddito, una misura straordinaria come il blocco dei licenziamenti, una riforma della cassa integrazione per adeguarla alla situazione che stiamo vivendo".

Poi c’è il nodo smart working, perché chi resta a lavorare da casa deve far fronte a spese energetiche in più che la maggior parte delle aziende non rimborsa. I conti, calcolatrice alla mano, sono presto fatti. Nel 2022 ogni famiglia spende per il riscaldamento 912 euro all’anno, che secondo le stime nel 2023 potrebbero arrivare a 1.479 euro. Un rincaro del 62%, che si somma a una lunga serie di beni dai prezzi ritoccati verso l’alto (solo la spesa alimentare segna un rincaro dell’8,3%), anche per effetto di speculazioni partite già da prima della guerra in Ucraina. Federconsumatori Milano ha messo sotto la lente anche il sistema degli affitti.

"Per un bilocale a Corvetto il costo è di circa 800 euro al mese – spiega il presidente dell’associazione, Carmelo Benenti –. A questo bisogna aggiungere 550 euro per fare la spesa al supermercato, 240 euro per il riscaldamento, 120 euro per la luce, oltre alle spese condominiali. È evidente che in queste condizioni le famiglie con stipendi normali non possono più permettersi di vivere a Milano". Benenti rilancia quindi richieste come quella di "disgiungere il calcolo dell’energia elettrica dal gas anche per i consumatori", e "sospendere i distacchi per morosità".

Una visione “lato famiglie“ di una crisi che sta già colpendo pesantemente le imprese. Gli effetti sul mondo del lavoro, in termini di un aumento del ricorso alla cassa integrazione e poi dei licenziamenti, potrebbero farsi vedere in autunno. Intanto cresce il numero delle persone che non riescono più a pagare le bollette. Situazione ogni giorno sotto gli occhi di chi è in prima linea nel contrasto alla povertà. Il presidente della Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, l’anno scorso, di fronte ai primi rincari, aveva già parlato del "rischio che famiglie sempre più indebitate finiscano nelle braccia degli usurai". Allarme che ora diventa sempre più attuale.

 

 

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