Disabili e lavoro: perché ci sono 15mila posti scoperti in Lombardia

La denuncia della Uil: mancate assunzioni e discriminazioni verso le categorie protette, le aziende preferiscono pagare le sanzioni piuttosto che rispettare le quote previste per legge

Disabili e lavoro (Archivio)

Disabili e lavoro (Archivio)

Milano, 14 febbraio 2024 – Piuttosto che assumere lavoratori disabili, nelle categorie protette previste dalla legge, le aziende "preferiscono pagare sanzioni". In Lombardia, infatti, sono disponibili 23.108 posti di lavoro in categorie protette, ma i lavoratori assunti sono solo 7.200. Un “vuoto“ fatto di opportunità che non vengono sfruttate, e di norme per favorire l’accesso al lavoro dei disabili che restano solo sulla carta.

Una situazione denunciata dalla Uil Milano e Lombardia, che ha appena inaugurato nella sede milanese in via Campanini 7 lo sportello di ascolto sulle pari opportunità. Un "luogo sicuro, accogliente e privo di giudizi" dedicato a chi ha bisogno di assistenza per problemi sul lavoro.

La questione femminile

La situazione critica per i disabili è solo una delle sfaccettature, in ambienti di lavoro segnati da episodi di discriminazioni, mobbing e molestie. Poi la questione, irrisolta, delle donne e della conciliazione fra lavoro e famiglia. Aumenta l’occupazione femminile a Milano e in Lombardia, ma crescono anche le dimissioni volontarie dal lavoro. Sulle convalide femminili la motivazione prevalente è stata proprio la difficoltà di conciliazione tra lavoro e cura del bambino o della bambina. In particolare il 41,7% delle donne che hanno rassegnato volontariamente le dimissioni, secondo i dati analizzati dalla Uil, ha collegato tale difficoltà all’assenza di servizi e il 21,9% ha denunciato problematiche legate all’organizzazione del lavoro e un peso complessivo della difficoltà di cura, che equivale al 63,6% di tutte le motivazioni di convalida delle dimissioni volontarie addotte dalle lavoratrici madri.

Per gli uomini, invece, la motivazione prevalente del recesso dal rapporto di lavoro è di carattere professionale, nel 78,9% dei casi.

Gli obiettivi dello sportello

"Abbiamo voluto creare un ambiente – sottolinea Ester Greco, coordinatrice Uil Lombardia Pari opportunità – in cui ogni voce sia ascoltata e in cui si possa lavorare insieme per superare le sfide che ancora sono da ostacolo. La diversità è la nostra ricchezza e l’inclusione è il nostro obiettivo comune. Lavorando insieme, possiamo costruire una comunità più forte, più equa e più sostenibile per tutti. È importante ricordare che le pari opportunità non sono solo un obiettivo da raggiungere, ma un impegno costante che richiede l’attenzione di ciascuno di noi. Nell’ambito delle pari opportunità – conclude – la promozione dell’equità è fondamentale per costruire una società in cui ogni individuo possa raggiungere il proprio potenziale senza ostacoli ingiusti".

Lo sportello nasce seguendo una serie di linee guida fondamentali: accesso equo, eliminazione della discriminazione, equità salariale, accessibilità, promozione della diversità, consapevolezza e formazione, equità nelle opportunità di carriera.

Le quote (non rispettate)

Tra i problemi denunciati, quindi, c’è anche quello del mancato inserimento lavorativo dei disabili. Nessun obbligo di assunzione è previsto fino a 14 dipendenti, dai 15 ai 35 è necessario assumere 1 lavoratore disabile che sale a 2 nella fascia da 36 a 50 dipendenti. Le aziende con più di 50 dipendenti devono, invece, riservare il 7% dei posti in favore delle categorie protette. Per chi non rispetta le quote sono previste sanzioni, ma diverse aziende preferiscono pagare piuttosto che mettere a disposizione posti per le categorie protette.

La Regione Lombardia, tra l’altro, ha messo in campo per il biennio 2024-2025 risorse per un totale di 77 milioni di euro a favore del lavoro per le persone con disabilità. ll 63% del fondo, pari a 48,5 milioni di euro, è destinato al finanziamento delle politiche attive attraverso i piani provinciali e azioni a gestione integrata tra la Regione e “Collocamenti mirati“ per l’inserimento.

Il 7% del fondo pari a 5,4 milioni di euro è destinato alle attività di programmazione, gestione, monitoraggio, valutazione, supporto e sostegno alla rete degli operatori accreditati. Il 30% del fondo, pari a 23,1 milioni di euro, è utilizzato infine per attività di inclusione scolastica.

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