Crisi Credit Suisse, Milano trema: “Sono a rischio 400 posti”

Il salvataggio da parte di Ubs potrebbe portare a una nuova raffica di tagli. Allarme in via Santa Margherita, punto di riferimento del business Italia-Svizzera

ITALY-SWITZERLAND-CREDITSUISSE-UBS-BANKING

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Milano, 23 marzo 2023 –  La crisi svizzera fa suonare un campanello d’allarme a Milano. Sotto la Madonnina, infatti, sono circa 200 le persone, principalmente promotori finanziari, che lavorano per Credit Suisse. Ed è alta la preoccupazione nella sede milanese in via Santa Margherita 3, in pieno centro, punto di riferimento per aziende, professionisti e facoltosi privati clienti del colosso bancario elvetico. Altre 200 persone, sempre a Milano, lavorano per Ubs, che ha salvato Credit Suisse dal tracollo.

I sindacati

"Non abbiamo ancora informazioni certe – spiega Marco Berselli, segretario generale della First-Cisl Milano Metropoli – e monitoriamo attentamente gli sviluppi visto che a Milano sono in gioco, fra Credit Suisse e Ubs, circa 400 posti di lavoro. Siamo preoccupati per le possibili ricadute sull’occupazione, in un settore già colpito da tagli ed esuberi”.

Il salvataggio

Il salvataggio di Credit Suisse da parte dell’altro colosso svizzero Ubs, infatti, secondo il Financial Times porterà a un taglio di decine di migliaia di posti di lavoro e il settore finanziario svizzero si sta già preparando a subire un duro colpo. I tagli dovrebbero riguardare soprattutto le attività di Credit Suisse all’interno della Svizzera e la sua banca d’investimento, che impiegano complessivamente più di 30mila dipendenti. Per quanto sia troppo presto per quantificare quanti ruoli verranno eliminati “potrebbe trattarsi di un terzo dei 120.000 posti di lavoro del gruppo combinato, dato che Ubs ridimensiona gran parte della banca d’investimento e rimuove i ruoli sovrapposti in Svizzera”.

Taglio posti lavoro

Credit Suisse, che alla fine del 2022 contava poco più di 50.000 dipendenti, era già al centro di un’ampia azione di riduzione dei posti di lavoro, con 4.000 posizioni tagliate finora quest’anno. Ma si prevede, secondo il quotidiano finanziario, che l’acquisizione comporterà la perdita del posto di lavoro di molti dei 17.000 banchieri d’investimento del Credit Suisse, in quanto Ubs sta riducendo la maggior parte dell’unità. Ubs, che impiega 74.000 dipendenti in tutto il mondo, cercherà anche di eliminare le sovrapposizioni di ruoli del Credit Suisse in Svizzera, di chiudere filiali e di ridurre il personale in posizioni amministrative. La situazione “è drammatica”, ammonisce il sindacato dei bancari (Asib), che chiede «un pacchetto di salvataggio» per i dipendenti, con limiti ai licenziamenti e piani sociali, mentre l’Unione sindacale svizzera si schiera contro "tagli brutali” causati degli  “errori” di “dirigenti e autorità”.

Risiko delle banche

Intanto si apre a Milano un nuovo fronte, nel risiko delle banche. Bff Bank, un altro colosso del credito con sede in via Domenichino, ha confermato ai sindacati il taglio di 28 posti di lavoro, nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo aperta lo scorso 30 gennaio che aveva portato anche a una manifestazione davanti al quartier generale. I tentativi di trovare un accordo per ridurre l’impatto degli esuberi, e trasfromarli in uscire volontarie, , si sono conclusi “con esito negativo”.

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