Tatuami, il successo annunciato. Elisa Rossini, alias Ero11: "Questione di empatia"

Attesi a San Donato i big della creatività: “I disegni sulla pelle sono una forma d’arte eterna"

Elisa Rossini in arte Ero11

Elisa Rossini in arte Ero11

Dopo il successo delle scorse edizioni, si rinnova l’appuntamento con la TATUAMI Tattoo Convention, il “must“ per gli appassionati dell’arte del tatuaggio che si daranno appuntamento oggi e domani nei saloni dell’Hotel Crowne Plaza Milan Linate a San Donato. Ci sarà il meglio dell’arte del tatoo nel mondo. Fra i tanti protagonisti, la vera rockstar del tatuaggio italiano ovvero Gabriele Anakin, uomo di fiducia di tantissime persone dello “showbiz“ a partire da Damiano dei Maneskin. Il suo podcast “Talk Ink” su Youtube nel quale ha intervistato mentre tatua Jake La Furia, Emis Killa, Tananai, Fedez, Ernia e che ha proposto anche dal Festival di Sanremo 2024, è seguitissimo dal pubblico più giovane. Sarà anche possibile vedere al lavoro, per la prima volta a Milano, Kora Sakoddobat dalla tribù indonesiana Mentawai e discendente da una antica famiglia di tatuatori. E ancora: l’argentino Waler Montero, il milanese Mambo Tattooer, noto per il suo stile “destrutturato”, il realista Valentino Russo, il supersocial Mastink, Etherea (al secolo Bianca Vitale). Sarà allestita una mostra di dipinti “Inchiostro su strada”.

Elisa Rossini, in arte Ero11, pioniera del micro-realismo nel panorama del tatuaggio italiano, sarà tra le artiste più attese alla convention milanese. È famosa per l’abilità nella creazione di tatuaggi di dimensioni molto ridotte, anche solo 5 cm, e dettagli straordinari.

Elisa, quando ha capito che avrebbe voluto fare dei tatuaggi un mestiere?

"Non c’è mai stato un momento in cui è nata una vera e propria passione. Semplicemente, dopo aver subìto una perdita importante, ho sentito il bisogno di esorcizzare quel dolore terribile che stavo provando. Per farlo, ho deciso di tatuarmi da sola. Da lì tutti i miei amici sono impazziti per i miei disegni, spingendomi a continuare. È stato questo mestiere a venirmi incontro e non il contrario. Ora sono quasi dieci anni che tatuo e la mia passione cresce".

Ha anche lavorato nel mondo della moda. Cosa l’ha spinta a cambiare direzione?

"Amo moltissimo quel mondo, ma quando mi ci sono affacciata da ragazza mi sono resa conto che aveva regole che non mi appartenevano. Mi sono allontanata per tanto tempo, sempre però rimanendo in osservazione finché non ho deciso di ricominciare a creare abiti, senza farne la mia occupazione principale. La moda - come i tatuaggi - sono un modo di esprimersi, fanno parte di me".

Come definirebbe il suo stile?

"Completamente innovativo. Vuole rompere le regole del tatuaggio tradizionale. Mi sono specializzata in uno stile, il micro-realismo e il finline, che prima di me quasi non esisteva in Italia. Soprattutto agli inizi mi sono affacciata alla Corea e all’Asia in generale, dove è uno degli stili di punta. Amo tantissimo disegnare insetti perché sono sia micro che realistici. Qualsiasi nuovo progetto è per me una bellissima sfida".

Cosa significa per lei tatuare?

"Credo sia una forma d’arte eterna e io amo qualsiasi forma d’arte. Realizzo oggetti in rame, scrivo, faccio musica, creo abiti: ho mille modi di esprimermi e ognuno è fondamentale per me. La cosa che però amo di più del mio lavoro è il contatto umano, entrare in empatia con le persone. È sempre come se io lasciassi agli altri un pezzetto di me e viceversa. Questo scambio per me è fondamentale. Mentre disegno, tutto il resto scompare, il mondo quasi non esiste. Posso tatuare per ore e ore senza sentire stanchezza, focalizzo lì tutte le mie energie".

Ogni tatoo ha un significato?

"Sì, anche quelli fatti “per gioco” hanno una storia importantissima dietro. Non credo di aver mai avuto un cliente senza una motivazione profonda. Mi capita spesso che molte persone vengano da me e mi lascino libertà di espressione, dopo aver lavorato al progetto insieme e per me è la forma di fiducia più bella".

È un mestiere competitivo?

"Credo di sì, ma come tutti gli ambiti lavorativi. Io però vado d’accordo con tutti perché mi piacciono le persone e penso anch’io di piacere a loro. Lavoro però in un settore che non è mai in crisi. Ci sono tanti tatuatori ma anche tante persone che vogliono essere tatuate. Tutti ormai vogliono portarsi dietro un ricordo che duri".