La “Strana Gente” di Marta Miniucchi, quando la generosità è rivoluzionaria

Arriva a Milano, martedì sera all’Anteo CityLife, il film con Cesare Bocci che racconta l’impegno della storica Ong Cefa in Tanzania

Cesare Bocci, in una scena di "Gente Strana - Watu Wa Ajabu"

Cesare Bocci, in una scena di "Gente Strana - Watu Wa Ajabu"

Milano  – Quanto può essere strano un ragazzo che si trasferisce a Bologna per cambiare vita e che si ritrova invece in un villaggio in Tanzania a occuparsi di mucche? Almeno quanto un giornalista che da anni ha deciso di chiudere il mondo fuori dalla porta e che riscopre il calore e la forza dell’umanità proprio in quello stesso villaggio.

La regista Marta Miniucchi
La regista Marta Miniucchi

All’Anteo con Dargen

Strani e rivoluzionari: sono i personaggi che si intrecciano in “Gente Strana-Watu Wa Ajabu” film di Marta Miniucchi, prodotto da Genoma Films (Paolo Rossi Pisu, Antonio Pisu e la stessa Miniucchi) che verrà presentato martedì alle 20 all’Anteo CityLife dalla stessa regista. Insieme a lei ci saranno l’attore co-protagonista Matteo Gatta, lo sceneggiatore Antonio PisuDargen D’Amico, che per la pellicola ha composto il brano “Muziki”, e Alice Fanti, direttrice di Cefa, la storica Ong bolognese che da 50 anni realizza progetti di aiuto e sviluppo nelle aree più povere del mondo e che è il vero motore narrativo del film.

Dargen D'Amico nella Milk Factory di Njombe, in Tanzania
Dargen D'Amico nella Milk Factory di Njombe, in Tanzania

Latte e formaggio made in Tanzania

La vicenda si svolge tra Bologna e la Milk Factory di Njombe, in Tanzania, un progetto Cefa partito anni fa che ha messo insieme i piccoli allevatori della regione per realizzare una cooperativa che produce latte e formaggi e che è al tempo stesso fonte di guadagno per le popolazioni locali e occasione di sviluppo economico autonomo.

Dalla via Emilia... all’Africa

Il cinico reporter Loris Bonetti, interpretato da Cesare Bocci, dovrà ricredersi sulle miserie umane quando seguirà il giovane Marco Rinoldi (Matteo Gatta), la cui fuga dalla fattoria di famiglia lo catapulterà nella fattoria di una famiglia più grande e accogliente, quella appunto di Cefa in Tanzania. Entrambi troveranno sulla loro strada, a sconvolgere e arricchire i loro percorsi, il giovane tanzaniano John Sagala (Maulidi Kambenga), prima beneficiario e poi risorsa della cooperativa di Cefa.

Uno specchio per tutti noi

«I personaggi del film - spiega la regista Marta Miniucchi - rappresentano tutti noi. C’è il cinico e il sospettoso, che di fronte alle Ong si chiede sempre dove vadano davvero a finire i soldi; c’è il generoso e l’idealista pronto ad aiutare gli altri, e poi c’è chi di quell’aiuto ha bisogno e che, nel riceverlo, restituisce speranza e una nuova consapevolezza sul mondo. Percorsi che si intrecciano e trovano una soluzione grazie a Cefa, una realtà che da 50 anni, con passione e totale trasparenza, aiuta le popolazioni povere del mondo valorizzando innanzitutto le loro straordinarie potenzialità».

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