
Sean White, all’anagrafe Zhang Changxiao (al centro) organizza Festival
Milano, 15 aprile 2020 - Ha ragione Roberto Vecchioni quando dice che al mondo esistono mille culture, ma una sola umanità. La mobilitazione della Chinatown milanese, di quegli "invisibili" che secondo alcuni non muoiono mai, per acquistare 50 mila mascherine da distribuire alle istituzioni milanesi è invece il segno di vicinanza molto più tangibile di tante credenze. Ed è proprio il Professore della musica italiana a firmare la prefazione de "La costellazione del dragone", il volume in cui l’artefice della raccolta fondi Zhang Changxiao, meglio conosciuto come Sean White, ha dedicato ai segreti (e alle leggende) dei cinesi in Italia. La sua seconda fatica letteraria dopo il volume sull’amatissima canzone d’autore intitolato (un po’ avventurosamente) "Crêuza de Mao".
Le mascherine sono arrivate?
"Alcune sì. Quelle destinate alla Regione Lombardia, alle case di riposo, mentre le altre per il Comune di Milano sono ancora in viaggio. È quasi un mese che mi sto dedicando alla loro raccolta, grazie al supporto del governo cinese, di varie organizzazioni no profit, tutti molto interessati e preoccupati per la situazione italiana".
A proposito, che valore hanno gli anziani nella società cinese?
"C’è un detto cinese che dice: "rispettare gli anziani, e custodire i giovani. Per questo sono molto rispettati. C’è anche una festa dedicata loro, il 9 settembre di ogni anno, in cui è tradizione tornare alla propria città natale per fare visita ai propri nonni e parenti, si cena insieme e si beve uno speciale liquore al crisantemo".
Cosa l’ha spinta ad attivarsi per dare questo contributo?
"Sono in Italia da otto anni, e negli ultimi cinque ho vissuto a Milano. Qui ho ricevuto molto supporto e opportunità da parte del Comune, delle associazioni operanti sul territorio, che mi hanno permesso di organizzare iniziative come la Milano China Week, il Mandorla Music Festival e lo spettacolo di opera Wu".
Nel libro dice che i cinesi sono persone in bilico tra due patrie. E come vive lei a Milano questa sua condizione?
"La vita è come una moneta, vivendo in Cina se ne vede solo una faccia, venendo in Italia si scopre anche l’altra. O almeno, così è stato per me. La Cina è come i miei genitori, mentre l’Italia è come la mia fidanzata; sono legato ad entrambi".
Il libro ha le prefazioni di Mogol e di Vecchioni. Quali sono, i cantautori italiani con lo sguardo più aperto alle cose del mondo?
"Il mio primo ‘amore’ è stato De André, uno dei più aperti alle cose del mondo. Ma ogni cantautore ha una sua identità e profondità, come Mogol, De Gregori, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Finardi e Bennato".