
Marco Masini
Milano, 20 febbraio 2015 - C’è la sigla di un cartone animato e un brano dell’amico Francesco Nuti. C’è la canzone sesta a Sanremo, “Che giorno è”, gli evergreen (da “Disperato” a “L’uomo volante”) e altri pezzi meno conosciuti. Marco Masini ha cominciato ieri dal Mondadori megastore di via Marghera, l’instore tour nelle principali piazze italiane per presentare “Cronologia” (Sony) .
Perché un “best of”? «In occasione del ritorno sul palco dell’Ariston, ho sentito la voglia di ripercorrere i 25 anni passati dal mio debutto sanremese, con le canzoni più conosciute ma anche quelle meno note che nei momenti più difficili della mia vita non sono riuscito a fare arrivare al pubblico».
Ci sono chicche come la sigla di Shaman Lingh, cartone animato giapponese. «Una richiesta di Mediaset che ho accettato subito perché mi riconosco in questo sciamano che combatte contro le ingiustizie».
C’è la cover di “Sarà per te” di Francesco Nuti, che ha portato a Sanremo. «Francesco è un amico per tutti i fiorentini. Siamo tutti suoi fan. Lo scorso maggio, durante la festa “Buon compleanno Francesco” al Mandela Forum, mi sono innamorato di quel pezzo. Ora l’ho sposato».
Com’è cambiato il Festival in questi 25 anni? «Questa edizione è quella che si è più avvicinata allo spirito degli anni Novanta. Grazie a Conti la musica è tornata protagonista, dopo anni di festival troppo alternativi o improntati sul grande ospite o sulla satira politica. Le canzoni stanno piacendo al pubblico».
Ha vinto Il Volo. «Il Volo è una realtà importante a livello internazionale. Hanno fatto una bella figura come Nek che per me è stato il più bravo di tutti. Malika Ayane ha avuto il suo giusto riconoscimento con un brano di classe. Io sono stato felicissimo di arrivare immediatamente alle spalle delle due ragazze dei talent perché sappiamo quanto seguito abbiano e quanto i giovani influiscano sul televoto».
Cosa pensa dei talent? «Sono un’opportunità in più per chi muove i primi passi nella musica. Con i loro pro e contro: ti puoi affermare subito ma poi devi dimostrare di essere un artista. Una volta facevi la gavetta, oggi, come nel calcio, è tutto più rapido. Ma rischi di fare una canzone e poi di sparire dalla circolazione ».
Se negli anni Ottanta ci fossero stati i talent? «Magari avrei partecipato ma mi ci avrebbe portato Giancarlo Bigazzi (ndr il produttore dei suoi primi lavori). E anche gli altri. Si pensi che Sanremo Giovani allora ha sfornato grandi cantanti, da Ramazzotti a Zucchero».
Internet e i social aiutano? «Anche in quello ho fatto gavetta. Negli anni Novanta mi arrivavano milioni di lettere e facevo fatica a rispondere. Oggi poter comunicare la mia musica e la mia vita quotidiana con un post mi avvicina ai fan che si identificano nelle mie canzoni».