
L'intervista Luis Sepùlveda al Giorno del 19 novembre 2018
Milano, 17 aprile 2020 - Ecco l’ultima intervista rilasciata a Qn-Il Giorno da Luis Sepùlveda il 19 novembre 2018, durante la presentazione del nuovo libro “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”
E ora la balena. Le favole di Luis Sepúlveda che tanti lettori hanno conquistato, e tanti significa milioni solo in Italia, s’immergono ora anche negli abissi degli oceani. Prima fu l’indimenticabile tenerissima gabbianella cui un gatto insegnò a volare. Poi si affacciò un altro gatto che si ritrovò ad avere un topo per amico. Poi, ancora, la lumaca che scoprì la sua lentezza e un cane che insegnò a un bambino la fedeltà. Un Esopo modernissimo, contemporaneo, l’inarrestabile Sepúlveda, che adesso affida il suo nuovo squarcio di saggezza, pagine sempre lievi, mai moralisticamente pesanti, al gigante dei mari: s’intitola “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa” il volume, edito come sempre da Guanda, che lo scrittore cileno ora cittadino delle Asturie, di fronte al Mar Cantabrico, in Spagna, ha presentato ieri a Milano, al Castello Sforzesco, nell’ambito di Bookcity. Una storia che questa volta non finisce con un happy end, ma in filigrana, in trasparenza, ribadisce il monito a proteggere il mondo in cui viviamo, l’unico che abbiamo, salvo per ora inimmaginabili prove contrarie, contro ogni “forestiero”, magari domestico, che "porta via ogni cosa anche senza averne bisogno, senza riconoscenza e senza rispetto".
Luis Sepúlveda, inesauribile il repertorio di leggende della Gente del Sud del mondo... "Sì, e io ne conosco moltissime. Perché io sono per metà ‘mapuche’: gente che ha vissuto tantissimi problemi, con il Cile, con l’Argentina, soffrendo per conservare la propria umanità". La storia di Mocha Dick, il suo capodoglio del colore della luna, è ispirata da Moby Dick? "Ho sempre provato grande ammirazione per il capolavoro di Melville. Ma lì l’attenzione non era sulla balena, ma sul capitano Achab, sul suo titanismo". La balena è un classico animale letterario: non solo Melville, ma anche, per restare proprio dalle sue parti, un altro grande scrittore, Francisco Coloane, per esempio. "Certo. E anche, per venire da voi, Carlo Collodi. Tante narrazioni su un animale misterioso, mostro che non è mostro, contraddittorio, enorme ma pacifico, che non approfitta delle sue dimensioni per attaccare". Non solo letterario, ma mitico: da Giona in poi... "Anche nei greci, nei latini. Vedi Plinio il Vecchio: L’occhio della balena registra da lontano ciò che vede negli uomini. Custodisce segreti che non non dobbiamo conoscere". Per lei cos’è la balena? Il bene? Il male? Tutti e due? "È il mistero del mare. Una realtà che contiene tutti assieme, diversi ma in pace, la gigantesca balena e il microscopico krill". Le sue favole per adulti ma anche per bambini contengono sempre una morale. Quest’ultima? La difesa della natura? "Non impongo messaggi espliciti. Preferisco sia il lettore a scegliere, con la sua intelligenza". Mentre scriveva, non le veniva nostalgia di quando era un militante di Greenpeace? Proprio nelle ultime ore sono stati arrestati sei attivisti che avevano abbordato un cargo che trasportava olio di palma. "Sì, continuo a partecipare alle loro azioni, anche di caccia alle balene. Come collegamento". Dall’ultima volta che ci siamo incontrati qui a Milano il panorama politico italiano si è profondamente trasformato. Il suo giudizio? "Sono molto preoccupato. Vedo un mondo che corre il pericolo di ripercorre strade tragiche che si pensavano superate: il fascismo, la xenofobia, l’emarginazione. Non solo in Italia. Anche in Polonia, in Ungheria. Oltreoceano, in Brasile. È una situazione dura e dolorosa. In buona parte ne dobbiamo ringraziare Trump..."