Leonardo, Einstein, Jobs: vi racconto tutto sui geni

Il fisico Massimo Temporelli: stasera prima tappa del bike tour al Piccolo per la presentazione di "F***ing Genius"

Temporelli

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Milano, 20 settembre 2020 - Dodici giorni. Dodici città. Otto regioni. 800 km in bicicletta e 400 in treno per presentare il libro F***ing Genius (HarperCollins), tratto dall’omonimo podcast edito da Storielibere.fm. La prima tappa del bike tour avrà inizio questa sera, alle 18, al Piccolo Teatro Grassi di Milano, dove l’autore del testo, il fisico Massimo Temporelli, parlerà dei più grandi inventori della storia. Gli altri appuntamenti sono riportati su www.temporelli.it. "Non ho le capacità atletiche per intraprendere il viaggio, che vuol essere, in modo divertente e ridicolo, la metafora dell’innovazione", sostiene il divulgatore scientifico. “È spossante ed assurdo. Lo affronto con la passione e l’entusiasmo dei grandi innovatori, cercando di negare la fatica e l’uscita dalla zona di comfort".

Perché ha voluto parlare dei geni? "Da sempre mi occupo di innovazione, scienza e tecnologia. E pian piano, dall’interesse nei loro confronti, è emersa la figura umana di scienziati, ingegneri ed inventori. Per far sì che i contemporanei si accostino alla loro realtà, ho deciso di raccontare storie di grandi uomini e donne che hanno cambiato il mondo con la loro creatività".

Genio e sregolatezza. Qual è il personaggio più geniale e sregolato? "L’imprenditore sudafricano Elon Musk, americano d’adozione, fondatore di SpaceX e Tesla, ne è un esempio. Procede a velocità accelerata verso il guadagno, rompendo i paradigmi. A differenza di Bill Gates, che si è occupato solo di software, egli è passato dalla finanza all’automotive, a eventi spaziali ed ora alle neuroscienze. Ciò lo accosta un po’ al geniale Leonardo, il personaggio forse più sregolato di cui abbia mai letto o scritto".

Mi potrebbe rivelare qualche regola del genio? "I grandi innovatori hanno sempre cercato di superare se stessi e soprattutto gli altri. La competizione è una regola fondamentale per l’innovazione. Un’altra è l’interdisciplinarietà. I grandi geni hanno spesso visioni laterali, non verticali, sono eclettici, capaci di attrarre ricchezza al loro campo. Anche se impopolare, inoltre, influente è la gioventù".

In che modo si può emulare il genio? "Non esiste allo stato puro. È l’incontro tra il soggetto e il contesto. Possiamo, quindi, soltanto creare uno spazio in cui le persone abbiano la facoltà di esprimersi, connettersi agli altri. È probabile così che emerga il genio".

Quale dei personaggi esaminati vorrebbe essere? "Li amo tutti. A mio giudizio, però, Steve Jobs è stato l’homo sapiens, che ha mutato radicalmente un’epoca con la sua intuizione e la tecnologia. Oggi tutto è più accelerato, anche schizofrenico. Sosteneva di voler “ammaccare” l’universo. Non l’ha fatto, ma ha cambiato la traiettoria della storia della nostra evoluzione".

L’aspetto divertente di Albert Einstein? “Era un mattacchione, non un vecchio e saggio scienziato. È famoso il suo ritratto in cui mostra la lingua al fotografo Arthur Sasse, all’uscita dalla festa per il suo 72° compleanno".

Lei è autore di una maschera da sub anticovid. E quella che indicherebbe per Leonardo? "Gli attribuirei quella del camaleonte. Riusciva a capire le richieste degli altri, li accontentava o illudeva. E continuava a fare ciò che voleva".

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