
Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti
Milano, 27 novembre 2015 - Che portino la griffe di Costume National o quella di Valentino, gli abiti a frange con cui Jovanotti si presenta oggi, domani e lunedì tra le gradinate del Forum di Assago lo fanno assomigliare ad un dio azteco precipitato tra le pulsioni techno della sua “notte fantastica”. È il pop leggendario che attraversa uno spettacolo arso dalla voglia di sorprendere; quello di un combattente della techno piovuto dal paradiso delle hit-parade per mettere scompiglio fra i sentimenti della gente e far ballare la sua tribù. «Io salgo sul palco con la voglia di far stare bene chi viene a sentirmi, di farli divertire. Mi piace pensare che andranno a casa contenti e magari anche un po’ stupiti. Ecco perché ogni volta voglio portare in giro un grande spettacolo innovativo e molto forte, qualcosa di mai visto prima, qualcosa di veramente rock’n’roll» spiega il ragazzo fortunato tra le pagine di “Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi”, il volume sulla tournée nelle cattedrali del calcio firmato dal giornalista Massimo Poggini. Ed è proprio l’estate addosso di quei concerti a tornare nel dvd girato in giugno a San Siro e allegato all’album dal vivo “Live 2184” perché anche per le divinità da palcoscenico ci sono serate magiche «che nascono sotto una buona stella e che uno ha voglia di ricordare a lungo».
Altro che cinema, altro che luna park. «Sappiamo come muoverci nel mondo dello spettacolo eppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la gola» canta Lorenzo in “Tensione evolutiva”, calandosi sul naso occhialoni da sci con due inquietanti schermi tv al posto delle lenti, perché pioggia, vento e sangue nelle vene rappresentano la molla che lo spinge a reinventarsi ogni sera con la complicità di una band trascinata dalle chitarre di Riccardo Onori e Danny Bronzini, dal piano dell’eccentrico Franco Santarnecchi, dai synt di Christian Rigano, dalle percussioni di Leonardo Di Angilla e dalla batteria di Gareth Brown. La sezione fiati è invece la stessa dell’indimenticato Marco Tamburini, scomparso a fine maggio, vale a dire Federico Pierantoni, trombone, Mattia Della Pozza, sassofono, Gianluca Benedetti, tuba, Antonello Del Sordo, tromba.
«Coraggio è la parola che vi affido stasera, tenendone un pezzo anche per me» dice “Jova” durante il concerto. «Dopo i fatti di Parigi mi sono chiesto se fosse il caso di mettere in piedi questo tour, poi ho capito che la scelta giusta è fare ciò che faccio, meglio che posso, senza neppure parlare di quanto accaduto: la risposta, infatti, sta tutta nelle canzoni, nei ritmi, nei costumi dello show». Chi ha un biglietto per il parterre si gode il privilegio di ritrovarsi protagonista dello spettacolo, anche se è dalle gradinate che ci si gode questo Lorenzo nei Palazzi dello Sport 2015-2016 dalla prospettiva migliore, grazie ad uno schermo calpestabile che si allunga tra il pubblico rendendo visibili le sue animazioni solo dai settori rialzati del Forum. «Con lo schermo a terra il rischio di fare televisione è abbastanza alto, ma io ho cercato di usarlo nel modo più rock e dance possibile».
«Concerto, vibrazioni dell’anima, eco del divino, dolore dell’essere, onde dell’amore» definiva un tempo queste imprese jovanottesche un fan insospettabile come l’allora ministro della cultura Sandro Bondi. Ed è soprattutto al “dolore dell’essere” di tonico quarantanovenne, chiamato ad agitarsi sul palco come quando ne aveva venti di meno, che pensa la crioterapia con cui Lorenzo lenisce la fatica di queste sudatissime sfide con se stesso. «In camerino ho un bidone con 50 chili di ghiaccio e un po’ d’acqua in cui m’immergo per cinque minuti a fine esibizione come fanno i giocatori dell’NBA» rivela. «Lì per lì pensi di morire, ma poi ne trai beneficio immediato». Il (gelido) riposo del guerriero dopo una maratona conclusa cantando “Penso positivo” con indosso un mantello piumato da faraone, da cavaliere del santo Graal, da super eroe. Perché, come ricorda un celebre verso del Nobel Wislawa Szymborska, «non c’è vita che almeno per un attimo non sia stata immortale». Proprio come quella di Montezuma.
Stasera, domani e lunedì alle 21 al Forum di Assago (via Di Vittorio 6). Previste altre due date l’8 e il 9 gennaio.