Milano, alla Fabbrica del Vapore la mostra di Greg Rook

"Honyocker" è la prima indagine completa sul lavoro dell'artista britannico

Una delle opere di Greg Rook in mostra

Una delle opere di Greg Rook in mostra

Milano, 4 aprile 2019 - Dal 4 aprile al 5 maggio 2019 lo spazio V&A presso la Fabbrica del Vapore presenta, per la prima volta in Italia, la mostra "Honyocker", dedicata all’artista britannico Greg Rook.  LIl corpus dei lavori che Rook presenta in Honyocker – la prima indagine completa dedicata al suo  lavoro – diventa l'occasione per confrontarsi con le problematiche e le complessità che accompagnano il desiderio di un "ritorno alla terra". Nei lavori di Rook sono sempre presenti le idee relative a temi dell'emigrazione, dell'esodo, a come le persone trasformano le proprie vite o ne creano di completamente nuove. E, in particolare, a come le persone attraverso il tempo, lo spazio, le culture, le ideologie hanno esplorato, e continuano ad esplorare, modi alternativi di vivere. Quella di Greg Rook è una pittura essenziale, che riporta l’uomo di fronte al proprio essere e alla propria esistenza. In questo contesto, il cowboy americano, diventa per lui l’emblema del suo “nuovo” uomo: la vita all’aperto, solitaria, e l'utilizzo delle capacità fisiche per il proprio sostentamento diventano le sue parole chiave

Nei lavori dell'artista britannico sono ricorrenti alcune tematiche che utilizza per mettere sotto accusa, in modo velato e talvolta allegorico, la società attuale, le sue regole globali e la condotta di vita comune. Sono dipinti ingannevolmente benigni: la loro rappresentazione del cuore dell'America potrebbe sembrare rassicurante, forse anche celebrativa, ma in agguato sullo sfondo permane come leitmotiv una storia di violenze e illusioni, in cui i sogni di un passato idealizzato possono trasformarsi in incubi viventi. 

"La ragione che mi ha spinto a produrre la mostra Honyocker nel quadro del progetto Spazi al Talento del Comune di Milano - spiega Andrea Vento, amministratore unico V&A - si lega alla passione alimentata negli anni ’70 e ’80 per un corpo letterario e cinematografico statunitense, forse considerato di genere ma certo molto accattivante: la weird fiction americana, iniziata da Lovecraft negli anni ‘20 e dal suo antesignano Chambers. Le lenti fornitemi da Lovecraft hanno permesso immediatamente di intravedere nei quadri di Rook, solo apparentemente benevoli e pacifici, un malessere ed un tormento assai intensi, che ricordavano facilmente proprio il cosmicismo del Solitario di Providence"

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