Giulio Scarpati è il papà di Billy Elliot: “Affascinato da un personaggio così lontano da me”

Dal 4 al 14 aprile allo Scalo Farini il musical che ha seguito il successo del film. Colonna sonora di Elton John

Giulio Scarpati con il cast di Billy Elliot

Giulio Scarpati con il cast di Billy Elliot

Milano, 27 marzo 2024 – “Non ho alcuna intenzione di avere un figlio che va in giro sculettando", dice Giulio Scarpati, nei panni del minatore Jackie Elliot quando scopre la passione di Billy per tutù e “grand jeté”. In quella trasfigurazione d’Inghilterra thatcheriana che il musical di Lee Hall riporta allo scalo Farini dal 4 al 14 aprile sul palco del Sistina Chapiteau, i conflitti familiari e sociali che una venticinquina di anni fa hanno fatto la fortuna di “Billy Elliot” e il suo messaggio di tolleranza incrociano la musica di (Sir) Elton John.

È proprio sull’onda emotiva scatenata dal film, infatti, che l’ex Pinball Wizard ha voluto costruire questa versione teatrale del blockbuster romanzando con le sue canzoni la storia (vera) di quel Philip Mosley, ballerino in erba della contea di Durham disposto ad andare contro convenzioni e pregiudizi pur di realizzare il suo sogno, attorno a cui Hall ha concepito nel 2000 la sceneggiatura della pellicola e nel 2005 il libretto dello spettacolo. In questa edizione Scarpati è affiancato, fra gli altri, da Rossella Brescia nei panni di Mrs. Wilkinson, l’insegnante di danza che scopre il grande talento di Billy, e dal dodicenne Emiliano Fiasco, nel ruolo del protagonista. L’adattamento e la regia sono di Massimo Romeo Piparo, la direzione musicale di Emanuele Friello le coreografie di Roberto Croce, le scenografie di Teresa Caruso, i costumi di Cecilia Betona, le luci di Daniele Ceprani.

Scarpati, perché ha detto sì a Jackie?

"Beh, il personaggio contraddittorio, un po’ omofobo, quindi lontano da come sono io. Ed è proprio questa sua capacità di mettermi in difficoltà ad avermelo fatto scegliere. Una figura all’inizio molto negativa che però nel corso dello spettacolo si riscatta, facendo di tutto alla fine perché il figlio possa realizzare il proprio sogno. Anche se non coincide con quello che aveva in mente per lui".

Alla fine, vince quel figlio che rifiuta un’adolescenza qualunque.

"Alla metà degli anni Ottanta i minatori inglesi, avversati dalle politiche liberiste della Thatcher, sono rimasti in sciopero un anno. E il Jackie della storia è uno dei lavoratori più convinti. Ma alla fine rientra in miniera, trasformandosi in crumiro, per racimolare la somma necessaria a far sì che il figlio possa affrontare a Londra il tanto ambìto provino della Royal Ballet School. L’orgoglio che cede il passo all’amore paterno".

E lei, da padre, s’è mai trovato ad affrontare incomprensioni forti in famiglia?

"I genitori hanno spesso bisogno d’incasellare le inclinazioni dei figli accollandosi la realizzazione del futuro che hanno pensato per loro. E invece la strada i ragazzi se la devono trovare da soli, scegliendosela in piena autonomia, anche a rischio di sbagliare. Lo dico per esperienza diretta, visto che ho cominciato a fare teatro all’età di 12 anni. Ma quello era il mio sogno e quello sono riuscito a raggiungere".

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