Giovanni Allevi si racconta: "Ecco la mia ode allo squilibrio"

Il compositore Allevi al Giorno col suo nuovo libro e il guru-lucertola

Il maestro Giovanni Allevi nella redazione del Giorno

Il maestro Giovanni Allevi nella redazione del Giorno

Milano, 20 aprile 2018 - «L’universo è asimmetrico. Anche la felicità lo è», assicura Giovanni Allevi sulla copertina de “L’equilibrio della lucertola”, quinta fatica letteraria di cui ha parlato ieri, in diretta Facebook, alla redazione de Il Giorno. «Da sempre sono totalmente scombinato, così, quando mi sono reso conto di non riuscire a stare più su un piede solo, me ne sono andato su un’isola segreta per staccare col mondo e fare piccoli esercizi di equilibrio. Lì ho iniziato con l’attività fisica e a prendere nota delle eventuali riflessioni filosofiche che quegli esercizi mi suggerivano. Mi sono lasciato assorbire dalla scrittura e ho chiuso il libro in tre settimane, un lampo rispetto agli album che mi prendono anche 4 anni».

Un libro sull’equilibrio scritto da uno squilibrato. Affascinante.

«Ho concluso che la nostra salvezza sta proprio nell’accettazione del disequilibrio. Così il volume è diventato un’ode allo squilibrio è scritta in termini filosofici estremamente rigorosi. Per essere felici, infatti, dobbiamo recuperare un po’ di follia».

Scusi, ma la lucertola che c’entra?

«Oltre a gli esercizi, sull’isola facevo ogni giorno un’ora di corsa. Una volta mi sono imbattuto in una lucertola che, vuoi per la stanchezza, vuoi per il sole a picco, ha iniziato a parlarmi, trasformandosi nel mio guru».

Prego?

«M’ha salvato, dandomi in tema di autostima, di rapporti con gli altri, una visione molto più allargata di quella che avevo. Dopo quell’incontro ho iniziato a provare sollievo».

Oggi parla con i sauri, un tempo lo faceva con Maciste, l’amico gamberetto che viveva dentro al minuscolo ecosistema “progettato dalla Nasa” che teneva in casa. A cosa si deve questa vocazione alla Dottor Dolittle?

«Forse al fatto che certi animali sono silenziosi e sanno ascoltare. Ho scoperto, fra l’altro, che la lucertola è presente nei quadri di Lorenzo Lotto, di Caravaggio. E rappresenta la saggezza. Una simbologia che m’ha sorpreso, visto che io l’avevo trasformata in un guru».

Il libro è nato nello stesso periodo del suo ultimo album “Equilibrium”.

«Effettivamente nel disco indago l’equilibrio dal punto di vista musicale mentre nel libro da quello filosofico. Il tour di ‘Equilibrium’ continua e a giugno mi riporta tanto in Giappone che in Cina, mentre il libro lo presenterò il 9 maggio a Roma e l’11 al Salone del Libro di Torino».

Dopo il concerto per pianoforte e orchestra, a quando una sinfonia?

«Ebbene sì, il dramma di Allevi sta tutto qua: manca la sinfonia. In realtà l’ho già scritta, ma è ancora nel cassetto».

Musica per pianoforte: qual è il suo periodo storico preferito?

«Siccome sono agitato, per placarmi devo correre. E quando corro in casa sul tapis-roulant, per far passare il tempo più in fretta, ascolto gli studi di Chopin, di Scriabin, i preludi di Rachmaninov. Ma la musica di Chopin rimane la migliore perché è familiare, però al tempo stesso distante e chiede all’ascoltatore di fare un passo verso di lei. Questo è il segreto: fare delle cose che sorprendano e che stimolino. Un principio che, penso, debba valere anche per questo mio libro».

E in casa, mentre corre sul tapis-roulant, fa incontri?

«No, in casa no».

Meno male.

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