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Gilberto e Veloso, il secolo brasiliano per due voci nude

Esce il triplo del tour mondiale di MARCO MANGIAROTTI

Gilberto e Veloso

Milano, 18 febbraio 2016 - Un secolo condiviso. Con la musica, la cultura, le idee e i suoni del mondo. Non esiste una scena che sintetizza il Novecento e il moderno come quella brasiliana, perché anglo-americana lo è solo nella lingua. MPO, il folklore di un continente, le influenze portoghesi, francesi e italiane, il repertorio spagnolo sudamericano, l’America del jazz, del rock, del blues e dell’r’n’b, l’Inghiterra dai Beatles in poi, la musica colta e contemporanea. Tutto dialoga e scambia energia, contamina e muta. Caetano Veloso, una delle voci più belle del mondo, e Gilberto Gil, vecchi compagni di strada dai tempi di Bahia, sono stati innovatori, sperimentatori, musicisti e poeti, intellettuali e portatori sani di scomode verità. Hanno spesso suonato insieme ma l’ultimo tour è il manifesto della memoria e della speranza, di una consapevolezza che va oltre le loro meravigliose canzoni. Due chitarre e due voci nude, “Two Friends, One Century of Music” (Sony), due cd e un dvd registrati nel tour mondiale che ha toccato anche l’Italia.

Un capolavoro indispensabile, che attraversa con delicata potenza e ironia il loro repertorio e altre cose che hanno amato. Il nuovo Tropicalismo parte dagli anni bahiani ma sopratutto da un’ avanguardia artistica e letteraria brasiliana fra le due guerre. Caetano Veloso ha dichiarato che «la cosa più importante accaduta negli ultimi 50 anni è stato l’hip hop». Lui si considera «un musicista che ha avuto la fortuna di collaborare con gli altri cantautori brasiliani, da Gilberto Gililton Nascimento Joa Bosco, Paulino da Viola, Chico Buarque , Djiavan, Egberto Gismondi e molti altri. So scrivere canzoni ma devo confessare che mi piace cantare». Sulla collaborazione con Gil. «Lottiamo dagli anni ‘70 contro il razzismo e la povertà, fra noi c’è amicizia e stima. In quel periodo era pericoloso cantare questi temi politici ed etici. Allora lo era per i governi, oggi per lo show business». Il legame con l’Italia. «Ho molto amato la musica italiana quando ero teen ager, ho trovato il tempo per collaborare con Stefano Bollani».

Gilberto Gil, ex Ministro della cultura, la pensa allo stesso modo, insieme hanno cominciato la rivoluzione rock della MPB, insieme sono andati in esilio durante la dittatura militare, lui ha contaminato anche in direzione soul e reggae, anche lui è affascinato dal rap. Ricorda i dischi di «Modugno, Endrigo, Fidenco, Tenco, Pavone, Fiorella Mannoia e Chiara Civello». In tour hanno cantato “Come prima”.

di MARCO MANGIAROTTI