
Gaia Alari
Milano – Prima, a giugno di quest’anno, le illustrazioni animate per un racconto di Sam Anderson e pubblicate sul sito del New York Times, disegni che si sono meritati anche l’ambita copertina del NYT magazine settimanale; poi, solo pochi giorni fa, l’uscita dell’official lyric video dell’ultimo singolo dei Coldplay, che la vede ancora in prima fila tra gli illustratori scelti dal regista Raman Djafari per dare forma ai testi di feelslikeimfallinginlove, song che introduce il decimo album della band guidata da Chris Martin in uscita a ottobre.
Gaia Alari, 35 anni, artista di origini bergamasche, residenza milanese e attitudine internazionale, ricorderà come una tappa importante questi mesi intensi, che l’hanno proiettata sul un palcoscenico globale; anche perché nella sua storia personale “Piano A” e “Piano B”, per lei che aveva imboccato con ottimi risultati la strada della medicina, si sono scambiati la priorità strada facendo, conducendola sino ai riconoscimenti di oggi in campo artistico.
Leggere il tuo curriculum significa incrociare due storie apparentemente distanti l’una dall’altra: Gaia che studia per fare il medico, Gaia che decide di “svoltare” quando manca la sola tesi di laurea. Raccontaci come si cambia obiettivo in maniera indolore.
“Liceo classico, poi Medicina anche se mi è sempre piaciuto disegnare: ero quella che faceva le caricature dei professori sul banco e mi venivano anche abbastanza bene. Mi riconoscevo questo piccolo talento ma l’ho lasciato lì dove stava. La prima cosa che mi ha dato angoscia è stata che i compagni di corso alla facoltà di Medicina parlavano solo e soltanto di quello, anche fuori dall’ambiente ospedaliero. Può essere giusto, perché è probabile debba assumere i connotati della vocazione, solo che ho iniziato a chiedermi se lo fosse anche per me: una volta che mi sono data una risposta, prendere questa strada è stato qualcosa di naturale. Di certo c’è un medico infelice in meno”.
Passione, certo, ma poi applicazione, tenacia e fame cannibale (arte che si sfama nutrendosi d’arte) fanno la differenza: il lavoro di Gaia prende forma, cresce, si depura e assume connotati totalmente personali lavoro dopo lavoro. La tua vetrina è Instagram (@gaiaesthermaria), i lavori per le produzioni commerciali (come per Beats by Dre) iniziano a girare, fin quando ti nota anche l’Art Director del New York Times, Annie Jen.
"Si, mi hanno contattato direttamente: evidentemente, nella ricerca di qualcosa che sia ‘fresco’, al NYT hanno sviluppato anche una propensione al rischio. Il mio lavoro è stato apprezzato e mi hanno dato un’occasione: anche l’idea che ho presentato è piaciuta perché, partiti dallo storyboard per l’animazione della storia di Sam Anderson per il sito, la cosa ha preso spazio poco alla volta sino alla cover del magazine e alla riproposizione nelle pagine interne”.
Passa solo qualche settimana e arriva anche una e-mail di Raman Djafari, regista del lyric video dei Coldplay da produrre per il singolo che anticipa il nuovo album del gruppo, feelslikeimfallinginlove: un’altra enorme vetrina...
"Avevano una lista di disegnatori con cui avrebbero voluto lavorare, adatti a tradurre ciò che aveva in mente Chris Martin: fatta una prima scrematura, siamo rimasti in 15 ai quali affidare una sezione di un video composito e costruito con differenti stili. Sono stati totalmente aperti a ciò che gli ho proposto e così ho realizzato questi pochi secondi di animazione che sono diventati parte integrante del video e che, anche in questo caso, mi pare siano piaciuti alla produzione».
Fatti questi ulteriori gradini, come proseguirà il tuo percorso?
“Ho visto un’intervista di Jenny Saville nella quale raccontava cosa le avesse consigliato Cy Twombly. Twombly le disse ‘Stai nascosta fin quando possibile. Poi, però, quando sei convinta vai!’: ecco, fatte le dovute proporzioni oggi mi sento di poter andare”.