Tra pecore elettriche e Blade Runner: parte la nuova avventura della Pfm

La Premiata Forneria Marconi col singolo Atmospace: "Stiamo vivendo un momento fantascientifico"

Fraz Di Cioccio & Patrick Djivas

Fraz Di Cioccio & Patrick Djivas

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Cominciamo dal primo, da "Atmospace". Djvas: "Anche se il disco va molto oltre i contenuti di ‘Atomspace’ perché racchiude tutto quello che la Pfm ha per le mani e per la testa in questo momento. In questo singolo, ad esempio, trovano poco spazio quei momenti solistici che sono invece una caratteristica dell’album". 

Come l’avete scelto? Di Cioccio: "Il testo è surreale e racconta di un drone che dall’alto s’innamora della terra. Noi che ci viviamo non l’amiamo poi troppo, ma lui che la guarda da lassù nella sua interezza sì. Il titolo ‘Atmospace’ evoca proprio di questa visione". Djvas: "Il rapporto tra il pezzo e l’album è lo stesso del drone col globo che gli si gli si muove sotto. D’altronde i dischi della Pfm sono tutti diversi e pure all’interno dello stesso progetto i contenuti differisco molto uno dall’altro". 

Il titolo dell’album è ispirato dal film “Blade Runner“. Di Cioccio: "Io e Patrick siamo due fanatici dei film di fantascienza. E questo che stiamo vivendo è certamente un momento fantascientifico; oltre al nostro mondo reale, infatti, ne viviamo uno parallelo d’interconnessione e dati. E se la notte, a letto, non riusciamo a disconnetterti del tutto, iniziamo a contare pecore… elettriche. Quindi in questo disco c’è la risposta alla domanda che il romanziere americano Philip K. Dick si fa in quel ‘Il cacciatore di androidi" da cui è tratto ‘Blade Runner’ ovvero ‘Ma gli androidi sognano pecore elettriche?’". 

L’album ha un suo pessimismo? Djvas: "No, non necessariamente. L’essere umano ha una straordinaria capacità d’adattamento all’ambiente in cui vive, quella stessa che gli ha permesso finora di non sparire dalla faccia della terra, e si sta adattando pure alla velocissima rivoluzione elettronica. Questo, naturalmente, vale anche per l’emergenza pandemica che stiamo attraversando". 

Qualcosa di molto diverso dal predecessore "Emotional tattoos". Djvas: "In cinquant’anni di storia abbiamo portato avanti una trasformazione continua. Quindi oggi non scriviamo e suoniamo meglio o peggio di prima, ma scriviamo e suoniamo in modo diverso. Ogni disco cristallizza com’è la band nel preciso momento in cui viene pubblicato. Quando è nato ‘Ho sognato pecore elettriche’, non potevamo suonare sui palchi a causa del Covid e così abbiamo voluto farlo su disco".

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