Milano, 18 marzo 2018 - Il messaggio arriva poco dopo le 2: «C’è una persona che sta spacciando in via Corsico». Segue descrizione dettagliata del pusher, a cominciare dagli indumenti che indossa. Un clic sul pulsante «Invio» e la dritta viene inoltrata via software alla centrale operativa di via Fatebenefratelli. L’intervento della Volante Ticinese va a segno in pochi minuti: in manette un nigeriano di 22 anni, precedenti specifici per droga, bloccato all’angolo con via Vigevano; recuperato pochi metri più in là il sacchetto di cellophane contenente banconote di piccolo taglio e 10 grammi di marijuana che il ragazzo aveva buttato alla vista dei poliziotti.
La dimostrazione pratica del funzionamento di YouPol: dopo una sperimentazione partita a dicembre nelle Questure di Milano e Napoli, l’utilizzo dell’app è stato esteso a tutta Italia da febbraio. L’obiettivo: incrementare il numero di segnalazioni su pusher in strada e bullismo. Due termini particolarmente sensibili e sentiti dai cittadini, specie il secondo. Ed è per questo che chi, dopo aver scaricato gratuitamente l’applicazione (che sia Apple o Android), decide di allertare il 112 per via telematica può anche non fornire le sue generalità: «è una garanzia per coloro che ci chiedono aiuto», ha spiegato meno di un mese fa Maria José Falcicchia, dirigente dell’Ufficio prevenzione generale. Si possono allegare pure foto e video, il sistema penserà poi a geolocalizzare la richiesta di intervento. Nessun alert viene escluso a priori, anche quando il residente di turno va fuori tema, per così dire, e aziona YouPol per denunciare reati che esulano dalla finalità originaria del progetto. Detto questo, l’attenzione degli investigatori è dedicata in via prioritaria al bullismo, che spesso coinvolge giovanissimi indifesi «che non sanno a chi rivolgersi»: YouPol può essere una soluzione sia per le vittime sia per i coetanei che assistono impotenti alle aggressioni di gruppo e che magari possono essere stimolati a denunciare con maggiore frequenza da un mezzo più vicino alle loro abitudini.
E poi c’è il fenomeno del piccolo spaccio, altro problema di strettissima attualità in più quartieri della città. La quasi totalità degli sms riguarda proprio i pusher: 67 sugli 87 complessivamente inviati tra inizio dicembre e metà febbraio; seguono 7 messaggi su presunti episodi di bullismo, 12 su altri argomenti e uno su maltrattamenti.
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