GRAZIANO MASPERI
Cronaca

Volontari, allarme rosso dei vigili del fuoco

Marcello De Lorenzis, presidente del coordinamento regionale: non ci sono corsi di formazione e senza ricambio il servizio è a rischio.

di Graziano Masperi

Quale futuro per il volontariato nei vigili del fuoco? Mancanza di corsi e percorsi troppo macchinosi per indossare la tanto sospirata divisa rischiano di demotivare, ancor prima di cominciare, molti ragazzi che sarebbero intenzionati a far parte del Corpo come volontari. Tanto più che, senza nuovi ingressi, il numero di operativi nei vari distaccamenti, rischia di ridursi drasticamente. Al personale che verrà messo a riposo obbligatoriamente per raggiunti limiti di età non seguirà alcun ricambio. Un problema che riguarda tutta Italia e vede, nel territorio, la presenza di numerosi distaccamenti volontari con una storia antica alle spalle, da Magenta a Inveruno a Corbetta.

"L’emergenza Covid – ha detto Marcello De Lorenzis, presidente del coordinamento regionale lombardo – ci ha insegnato che anche un solo volontario in più in una battaglia senza precedenti come questa può spostare l’esito finale a favore della comunità". Il coordinamento fa una proposta direttamente al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in modo da rivedere questa tendenza verso il basso. E fa leva sulla possibilità di arruolare volontari del servizio civile affidandoli alle strutture dell’Associazione nazionale Vigili del Fuoco. "L’impiego del volontariato civile nelle nostre strutture e distaccamenti – continua De Lorenzis – potrebbe offrire quell’opportunità di avvicinamento del giovane cittadino a una cultura del volontariato pompieristico e di prossimità creando i presupposti concreti affinché questi giovani possano un domani decidere di continuare ad impegnarsi per il prossimo svolgendo la propria attività nei vigili del fuoco volontari nel corpo nazionale o di protezione civile nelle nostre strutture Anvvfv". A lasciar perplessi, secondo il coordinamento, è la circolare del Ministro dello scorso 20 luglio dove si specifica l’intenzione di monitorare i distaccamenti volontari d’Italia, quindi anche quelli del territorio magentino e castanese, per valutarne l’operato. Nella stessa circolare c’è anche un elenco dei distaccamenti che andrebbero chiusi. "Decisioni che però si fondano su dati errati – aggiunge il presidente –. È inconcepibile che il Ministero non soltanto non aiuti i vigili del fuoco volontari di cui c’è gran bisogno, ma metta sotto osservazione i vari distaccamenti".

Oggi i distaccamenti volontari vivono grazie ai contributi della Regione, dei Comuni, dei cittadini e degli stessi volontari che provvedono all’acquisto del materiale e alla manutenzione dei mezzi. "Un grandissimo aiuto arriva dalla Regione – conclude –, ma teniamo presente che il 67% dei fondi erogati e destinati alla formazione tornano al mittente per mancato utilizzo. Chiediamo al Ministro di verificare per quale motivo non vengono spesi questi soldi. Ribadiamo che, da qui al 2022, almeno due, tre capi squadra per ogni distaccamento volontario andranno in pensione e questo ci metterà in grande difficoltà. Torniamo a ripetere che il volontariato nei Vigili del Fuoco è fondamentale e va incentivato. Ci sono distaccamenti volontari aggregati ai permanenti che lavorano bene, come Seregno e Cantù. Auspichiamo un dialogo con il Ministero".