MILANO – I ricordi della vittima sono offuscati, poco nitidi. Flash nella mente annebbiati dallo choc e dai postumi dei festeggiamenti di Capodanno. Una notte spensierata che si è trasformata in un incubo. L’identikit dell’aggressore rimanda comunque l’immagine di un giovane nordafricano, con i capelli rasati sulle tempie. La ventiduenne ecuadoriana, soccorsa in stato confusionale alle 4.19 di mercoledì per una presunta violenza sessuale subita nei bagni del Magnolia, ha presentato denuncia ai carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese, guidati dal maggiore Paolo Zupi, innescando così approfondimenti investigativi che si preannunciano molto complicati in partenza.
A cominciare dal contesto in cui sarebbe avvenuto il raid: una serata con centinaia di partecipanti per ballare al ritmo delle canzoni dei primi anni Duemila e salutare insieme la fine del 2024 e l’inizio del 2025. I militari partiranno dall’analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza installate sia all’interno del circolo in zona Idroscalo sia nell’area esterna: non ci sono occhi elettronici nel luogo in cui sarebbe andato in scena il raid, ma lo screening dettagliato delle immagini potrebbe far emergere il momento in cui la ragazza e lo sconosciuto si sono conosciuti in pista oppure quello in cui il presunto stupratore è scappato (non si sa se in macchina o a piedi). Agli investigatori, la giovane sudamericana ha riferito di aver incontrato il ragazzo nel corso della notte e di aver deciso in un secondo momento di appartarsi nei bagni per scambiarsi qualche bacio. Poi, però, lui sarebbe andato oltre, bloccandola e costringendola a subìre un rapporto completo contro la sua volontà, vincendo con la forza il tentativo della vittima di divincolarsi.
In realtà, della fase finale della sequenza la ventiduenne ha soltanto qualche fotogramma sfocato nella testa, tanto che non è stata al momento in grado di riferire con esattezza cosa sia successo in quei minuti. I primi esiti degli esami medici al centro specializzato della clinica Mangiagalli non hanno fatto emergere segni evidenti di violenza, eccezion fatta per alcune ecchimosi, ma i carabinieri stanno ancora aspettando i risultati di altri test per avere un quadro completo della situazione.
Nel frattempo, i militari hanno iniziato a raccogliere le testimonianze degli amici della ventiduenne, che erano con lei al Magnolia e che potrebbero aver colto qualche dettaglio decisivo per identificare il fuggitivo; stando alle prime informazioni, anche loro avrebbero però fornito ricostruzioni parziali, sia perché avevano a loro volta assunto alcolici sia perché a un certo punto hanno perso di vista la ragazza.
Ulteriori approfondimenti verranno compiuti pure sugli abiti che la giovane sudamericana indossava quella notte, che sono stati sequestrati per essere passati al setaccio a caccia di tracce potenzialmente utili. Nel corso dell’indagine, gli investigatori dell’Arma sentiranno anche gli addetti alla sicurezza della discoteca per capire se abbiano notato qualcosa di strano durante la serata o se la loro attenzione sia stata richiamata da qualcuno in particolare. Con ogni probabilità, verranno mappati anche i numeri di telefono che in quelle ore hanno agganciato le celle tra Segrate e Milano, concentrandosi sui proprietari di smartphone che poco dopo le 4 si sono allontanati dall’area a due passi dall’aeroporto di Linate.