Milano, violenza sessuale di gruppo in Duomo a Capodanno. L’imputato: errore di persona

Abdallah Bouguedra in aula con i capelli scuri (la notte degli abusi li aveva tinti di biondo). I legali: dimostreremo la sua innocenza

Uno degli assalti avvenuti la notte di Capodanno

Uno degli assalti avvenuti la notte di Capodanno

Milano, 12 ottobre 2022 - Si è aperto il processo ai tre giovani accusati dello stupro di gruppo consumato la notte di Capodanno, in piazza Duomo. Ieri, nella prima udienza, Vinicio Nardo e Stefano Comellini, legali di Abdallah Bouguedra, 22enne riconosciuto da una delle vittime, hanno puntato tutta la difesa sullo scambio di persona. "C’è stato un errore, il nostro assistito non era coinvolto, si è sempre professato innocente e confida che l’innocenza verrà dimostrata", hanno spiegato gli avvocati. "Faremo il processo, il dibattimento col contraddittorio per far valere le ragioni di Bouguedra, è una scelta forte", hanno chiarito i difensori facendo riferimento alla decisione di optare per il processo ordinario, mentre gli altri due imputati hanno scelto l’abbreviato.

La ragazza "sta reagendo con forza"

I legali Silvia Allai e Carlo Pellegri, che assistono la 19enne vittima dello stupro e parte civile, hanno spiegato che la ragazza "sta reagendo con forza" ai postumi di quella tragica notte che le ha cambiato la vita, in cui fu aggredita da una decina di uomini. La giovane ha già confermato i racconti degli abusi e anche il riconoscimento fotografico dell’imputato. Sarà un arduo compito, quindi, per gli avvocati dimostrare lo scambio di persona. Ieri, a supporto della strategia difensiva, il 22enne marocchino è entrato in aula con i capelli mori, mentre la sera dello stupro li aveva tinti di biondo, stando alle indagini.

Custodia cautelare confermata

A conferma della sua identità, il giubbino rosso che Bouguedra indossava quella notte è stato immortalato da una telecamera. A carico del giovane anche il Riesame ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip. Il processo è stato rinviato al 24 novembre, quando saranno sentiti i primi testi di polizia giudiziaria per la ricostruzione di quella notte. I pm Maria Letizia Mannella, procuratore aggiunto, e Alessia Menegazzo, sostituto, mostreranno in aula le immagini delle aggressioni finite agli atti dell’inchiesta. La difesa sul punto porterà, invece, un consulente tecnico. È ancora aperta in Procura una tranche d’inchiesta nella quale sono indagati anche altri ragazzi per le aggressioni messe in atto con uno schema simile ai fatti di Colonia del 2016.

La furia brutale del branco

Dall’inchiesta, coordinata da Mannella, Menegazzo e condotta dalla Squadra Mobile, era emerso che quella notte almeno una decina di ragazze vennero circondate e aggredite dalla "furia brutale" del "branco", un’orda di giovani che le aveva costrette a subire abusi sessuali e altre violenze fisiche mentre erano imprigionate dal "muro umano" creato dagli stessi aggressori. Per gli altri due imputati maggiorenni, il 19enne Abdel Fatah e il 18enne Mahmoud Ibrahim, che hanno scelto il rito abbreviato a differenza del 22enne torinese, il processo inizierà il 22 dicembre davanti al gup Marta Pollicino.

100mila euro di risarcimento

La vittima dello stupro chiede un risarcimento non inferiore a 100mila euro. Ieri i giudici hanno ammesso anche la costituzione come parte civile del Comune di Milano. È "ente danneggiato dai fatti del processo", ha chiarito il legale Federico Bier, perché "da molti anni svolge una intensa attività con ingenti risorse nel contrasto e nella prevenzione alla violenza sulle donne e come supporto alle vittime". Comune che chiede, dunque, i "danni non patrimoniali per il grave turbamento ai cittadini e i danni all’immagine". I legali della giovane vittima chiedono, invece, un risarcimento giustificato dal danno "biologico, morale e all’autodeterminazione della libertà sessuale".

 

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