Violentata per strada a 81 anni, la Procura chiede l'archiviazione

La richiesta è stata formulata dal pm: "Non ci sono prove utili"

Tamponi, tracce di pelle su tagli e sotto le unghie

Tamponi, tracce di pelle su tagli e sotto le unghie

Milano, 12 febbraio 2019 - Un altro caso sembra destinato a rimanere irrisolto, quello della donna di 81 anni che lo scorso 30 agosto, al Parco Nord, fu stuprata da un uomo, descritto dalla vittima come un 35enne di colore. Anche questo resterà presumibilmente un “cold case”, salvo che in futuro non ci siano elementi nuovi che portino a una svolta. La Procura, intanto, ha chiesto l’archiviazione perché dopo mesi di indagine non si è arrivati a nulla. L’identificazione dell’uomo era affidata a un Dna, che però non è mai stato compatibile con nessuno di quelli in banca dati.

La donna, dopo l’aggressione, avvenuta alle sei del mattino mentre faceva jogging, era tornata a casa, si era lavata e disinfettata. Erano passate poi diverse ore prima che i medici la visitassero. In un’intervista rilasciata a «Il Giorno» una settimana dopo lo stupro, la vittima aveva raccontato di come, dopo la violenza subita, si sentisse frastornata: «Non riuscivo neanche a pensare a quello che era successo e sono andata all’ospedale come tutti i giorni: faccio la volontaria e assisto i malati».

Solo una volta arrivata là, si era confidata con un’infermiera ed era stata portata al pronto soccorso. Prima al Niguarda, poi al centro specializzato antiviolenza della Mangiagalli, dove erano stati fatti i prelievi sul suo corpo: tamponi, tracce di pelle dell’aggressore lasciate su tagli e sotto le unghie. Questo il materiale analizzato che però si è rivelato insufficiente a identificare lo stupratore. L’identikit fornito dalla vittima in maniera dettagliata non ha portato a dare una indentità all’ uomo di colore, alto, tra i 30-35 anni, vestito di nero. Anche in questo caso nessuna telecamera ha ripreso l’anziana o l’assalitore. Nessuna immagine si è rivelata utile a questo scopo.

L’intenzione, aveva confessato l’ottantenne nell’intervista, era quello di guardare il suo aggressore negli occhi e dirgli «vergognati per quello che hai fatto», così come la sua speranza era che venisse preso al più presto. Con l’archiviazione queste speranze rischiano di svanire per sempre.

La procura si era detta ottimista sulla possibilità di fermare qualcuno per questa violenza orrenda. L’anziana era stata trascinata, senza avere la possibilità di difendersi e senza che nessuno sentisse le sue urla. Pochi minuti, l’aggressione veloce, poi l’uomo avvicinatosi pare con una scusa gentile, l’aveva lasciata ferita in strada, ma lei, pur sotto choc era stata in grado di chiamare i soccorsi.

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