
Dopo Gorgonzola è la volta di Cassina, requiem annunciato per la vecchia torre dell’acquedotto a Villa Magri. Le perizie del Cap, proprietario della struttura, ne hanno decretato fatiscenza e pericolosità. Demolizione annunciata per novembre. Ma c’è da risolvere un problema: lo spostamento dei ripetitori piazzati alla sommità del manufatto, su cui converge il segnale degli impianti di videosorveglianza operativi non solo su Cassina, ma anche su Bussero e Pessano con Bornago. "Prima delle ruspe bisogna ricollocare le antenne - così il vicesindaco di Cassina de Pecchi Egidio Vimercati - operazione tecnicamente non semplicissima, e che richiederà un certo tempo". Anche la torre di Villa Magri, alta una quarantina di metri, è da molti anni in pensione. Ingenti i costi di un possibile restauro con messa in sicurezza, Cap si è espresso per l’abbattimento. "Le indagini strutturali svolte da Cal Holding SpA - così la delibera della giunta Balconi - hanno evidenziato un rilevante stato di criticità del manufatto e la migliore soluzione per evitare lo stato di pericolo attuale, tra le diverse ipotizzate, è rappresentata dalla demolizione del serbatoio". Un progetto cui si lavora potrebbe prevedere ad ora una demolizione parziale del serbatoio pensile che preservi il locale al basamento, "in qualche modo riutilizzabile, magari come fonte dell’acqua". Ma il resto, giù. Così si è proceduto in molti comuni d’area, ultimo in ordine di tempo Gorgonzola, dove solo pochi mesi fa è stata demolita, con un’operazione molto delicata dato che il manufatto si trovava in mezzo alle case, la torre pensile di via Buonarroti. "La struttura non ha più impiego - così l’assessore Vimercati - ormai da tempo. E’ in condizioni critiche. E i costi sarebbero ingenti: quattro, cinque volte tanto quelli di una demolizione". Costi ingenti, e a carico del Comune.
Monica Autunno