Vigile investito e ucciso: assolto l'amico in auto col conducente minorenne

L'accusa aveva chiesto una condanna a 14 anni e mezzo per concorso in omicidio volontario

Niccolò Savarino, nel riquadro e il luogo dell'incidente

Niccolò Savarino, nel riquadro e il luogo dell'incidente

Milano, 6 aprile 2020 - E' stato assolto "per non aver commesso il fatto" Milos Stizanin, il serbo di 26 anni che era nella stessa auto di Remi Nikolic (allora minorenne) condannato perché era alla guida dell'auto che travolse e uccise l'agente di polizia locale Niccolò Savarino a Milano, il 12 gennaio 2012. La Corte d'Assise di Milano - presidente Ilio Mannocci Pacini - ha decretato oggi pomeriggio l'immediata liberazione di Stizanin e la cessazione della misura degli arresti domiciliari a cui era sottoposto.

Il pm Mauro Clerici, stamattina, nella sua requisitoria aveva chiesto la condanna a 14 anni e mezzo di carcere per concorso in omicidio volontario. È un omicidio «che tuttora commuove la città, è stato uno choc non solo per la Polizia locale, ma per tutta la cittadinanza», aveva detto l'avvocato Maria Rosa Sala, legale del Comune di Milano, parte civile che ha chiesto 200mila euro di risarcimento a carico dell'imputato. Parti civili anche i familiari dell'agente ucciso, col legale Gabriele Caputo. 

Stizanin era nell'auto guidata dall'allora 17enne Nikolic, già condannato in via definitiva a 9 anni e 8 mesi dai giudici minorili e che ha prima ottenuto l'affidamento in prova ai servizi sociali e poi ha finito di scontare la pena per l'omicidio. Un anno fa, a oltre 7 anni di distanza dalla morte dell'agente, a Stizanin, già detenuto per fatti di droga commessi in Serbia, era stata notificata in carcere un'ordinanza con l'accusa di concorso in omicidio volontario aggravato. Provvedimento emesso dopo che in appello nel 2018 (e dopo un rinvio dalla Cassazione) per il serbo venne riqualificata l'accusa da favoreggiamento (per quale era già stato condannato nel 2014 a 2 anni e mezzo) in concorso in omicidio. Secondo la nuova accusa, il serbo, che ora è ai domiciliari, aveva incitato l'amico minorenne alla «azione criminosa», ossia a travolgere l'agente della Polizia locale mentre quest'ultimo stava effettuando un controllo di routine in un parcheggio, e  o aveva anche sollecitato a proseguire la «marcia», trascinandolo sull'asfalto, dopo averlo investito. Per la difesa, invece, Stizanin disse all'amico che se ne dovevano andare e non lo incitò mai a travolgere Savarino.

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