
Fuga di gas ed esplosione in via Palmieri a Milano
Milano, 10 febbraio 2019 - La porta d'ingresso chiusa con una lamiera. Calcinacci a terra. Il nastro di plastica dei vigili del fuoco che esorta a non oltrepassare. Fotografia della palazzina Aler di via Palmieri 8, scala F, allo Stadera, quattro giorni dopo l’esplosione in cantina a causa di una fuga di gas. Gli effetti della deflagrazione hanno interessato tutta la scala di tre piani, spaccato vetri, divelto porte, fatto crollare blocchi di pietre. «Sembrava una bomba», la reazione degli inquilini. Nessuno è rimasto ferito ma è stato necessario trasferire altrove le otto famiglie residenti nello stabile (una ha provveduto autonomamente). E se l’ingresso è «off limits», si può comunque vedere la situazione interna della scala grazie alle foto che alcuni abitanti hanno scattato giovedì, quando sono entrati accompagnati dai vigili del fuoco per recuperare oggetti personali: «Sembra l’effetto di un bombardamento», commenta Claudio Panarello, che risiede con la mamma al terzo piano.
Su gradini e pianerottoli spuntano cumuli di pietre; immortalati pure i muri squarciati, vetri rotti e porzioni di intonaco penzolanti. Adesso tutti si pongono la stessa domanda: «Quando potremo rientrare a casa? Ora abbiamo un contratto provvisorio in alloggi di via Saponaro, al Gratosoglio, di 3 mesi rinnovabili», continua Panarello. Gli appartamenti provvisori sono stati messi a disposizione da Aler: case “volano” da utilizzare in caso di emergenza. «Ma ci auguriamo di poter tornare in primavera. I nostri appartamenti non sono stati danneggiati internamente, le porte hanno fatto da barriera. Adesso, i disagi sono tanti, a cominciare dal fatto che abbiamo potuto prendere solo l’indispensabile; il resto, è tutto in casa. Nella fretta ho dimenticato dentro il libretto sanitario della mia cagnolina. Nell’alloggio temporaneo, io e mia madre abbiamo la cucina, un letto, un tavolo e un armadio ma c’è chi non ha neppure un elettrodomestico».
Come Michele De Salazar, in pensione, inquilino del secondo piano: «Non mi hanno fatto portare lavatrice né frigorifero. Ho fatto in tempo a prendere indumenti e cibo, per evitare andasse a male. Non ho mobili. Per cucinare, posso usare solo un fornello elettrico. Un tetto sulla testa ce l’ho ma sono come un accampato». Un sollievo, il fatto che in via Palmieri gli accessi della palazzina siano stati lastrati a cura di Aler per evitare intrusioni indesiderate. Sui social, intanto, è scattata la solidarietà: «Se qualcuno vorrà donare qualcosa a queste famiglie, sarà ben accetto. Seguirà una lista appena ne sapremo di più», il messaggio pubblicato sul gruppo Facebook “Diamoci una mano zona 4 Milano”. Ancora da accertare le cause dell’esplosione: in strada, a ridosso dell’edificio, c’è un cantiere stradale di Unareti ma non è detto che lo scoppio sia dovuto a quei lavori.