"Un’opera che onora i nostri cari" Lullaby, l’arte di Cattelan per la città

Presentata ieri l’installazione al Monumentale con i detriti raccolti dall’artista dopo la strage di via Palestro. Intervenuti i familiari di alcune delle cinque vittime, tra cui Jamila, la nipote di Moussafir Driss

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di Marianna Vazzana

"Mi ha toccato il cuore. Quest’opera mi scuote, mi infonde tristezza e nello stesso tempo mi conforta perché ricorda eternamente le vittime, tra cui mio zio Moussafir Driss", immigrato marocchino che la sera del 27 luglio 1993 perse la vita nella strage di via Palestro insieme ai vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno e all’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari. A parlare è Jamila, la nipote dell’uomo che si trovava al parco quando esplose l’autobomba. Un attentato terroristico firmato da Cosa Nostra, tra quelli che seminarono il terrore in quegli anni. "È importante che la memoria resti viva – continua Elena, sorella del ghisa Alessandro Ferrari –, che si continui a lottare contro mafie e criminalità. In quest’opera, in queste macerie, ci sono anche i nostri cari. Evoca sentimenti cupi e collega l’episodio di allora a tragedie attuali: quei sacchi mi fanno pensare alle immagini delle trincee in Ucraina". Le due donne parlano di “Lullaby”, ninna nanna, opera dell’artista Maurizio Cattelan realizzata nel 1994, ora allestita a Milano per la prima volta, in occasione di Artweek, nella sala del Tempio Crematorio del Cimitero Monumentale dove resterà esposta fino al 6 novembre. Al termine, l’installazione sarà donata alla città dall’artista ed entrerà a far parte della collezione permanente del Museo del Novecento. Per raccontare come sia nata, bisogna riavvolgere il nastro di quasi 30 anni: nei giorni successivi all’attentato, Cattelan aveva recuperato in una discarica le macerie (lo scoppio aveva raso al suolo il muro esterno del Padiglione d’Arte Contemporanea) e creato la sua “Lullaby”, esposta contemporaneamente nel 1994 a Londra, con parte dei detriti in un borsone da viaggio blu, simile a quello utilizzato per raccogliere il materiale delle demolizioni e che ricorda anche le custodie utilizzate negli ospedali per trasportare la biancheria contaminata, e a Parigi, dove i frammenti di pietre erano stati compattati in 40 sacchi di plastica bianca stoccati su due pallet. La versione, questa seconda, è quella presentata a Milano. È stata riacquistata dall’artista proprio per poterla donare alla città. "Spesso la memoria è aiutata dagli oggetti, che ci permettono di non dimenticare con il passare del tempo – afferma Maurizio Cattelan –. Le macerie di Lullaby appartengono a Milano, per questo ho pensato che fosse un dovere restituire l’opera alla città e alla cura dei milanesi".

Il sindaco Giuseppe Sala ringrazia l’artista "per Lullaby, per averla regalata a Milano, ma anche e soprattutto per averla realizzata e per ciò che questa opera rappresenta. Racconta il vigliacco attentato mafioso di via Palestro. Milano non dimentica e, nel luogo deputato al ricordo, il nostro Monumentale, oggi con Lullaby onora la memoria di chi ha perso la vita". Intervenuti anche gli assessori Tommaso Sacchi (Cultura) e Gaia Romani (Servizi civici).

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