ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Un’estate crudele. In coda al Pane quotidiano non solo i disoccupati: "Il lavoro non basta più"

Anche vigilantes e informatici precari a ritirare i pacchi alimentari. Potere d’acquisto a picco, a causa dell’inflazione degli ultimi due anni. .

Un’estate crudele. In coda al Pane quotidiano non solo i disoccupati: "Il lavoro non basta più"

Anche vigilantes e informatici precari a ritirare i pacchi alimentari. Potere d’acquisto a picco, a causa dell’inflazione degli ultimi due anni. .

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È la mattina della vigilia di Ferragosto ma per chi la trascorre in fila sul marciapiede bollente di viale Toscana in attesa di un pacco alimentare è una giornata come un’altra. O forse no, più crudele, pensando a chi in quello stesso momento sta riempiendo il carrello di carne, verdure e casse di birre, nel comfort gelido di un supermercato, in vista della tradizionale grigliata del 15. Al Pane Quotidiano il menu è, di necessità, più morigerato: "Abbiamo pane, yogurt, pancetta, formaggi, cocomeri, banane e piatti pronti. Ci sono anche dei dolci" dettaglia Enrico Bruschi che supervisiona l’attività dei volontari (ieri 18) dell’associazione ultracentenaria, aperta da lunedì a sabato e chiusa solo il 15 agosto. "Dall’inizio del mese superiamo, ogni giorno, la soglia di 2.200 persone. Altre associazioni che distribuiscono derrate alimentari non sono operative ed è plausibile che altra utenza in questo periodo si rivolga a noi" la spiegazione di Bruschi. Ieri per la cronaca si sono registrati 2.247 passaggi (2.153 nella sede di viale Monza, a cui si aggiungono 200 consegne a domicilio per gli invalidi). A mettersi in coda mamme velate coi loro bimbi, immigrati dal Maghreb e dal Sud America, badanti dall’Est Europa, e anziani (italiani) soli. I clochard senza lavoro e casa, invece, sono pochissimi: quella combinazione è la meno frequente fra l’utenza in coda. La maggior parte incarna forme eterogenee di "povertà incolpevole".

A partire dal working poor di cui ha scritto anche l’Istat nel suo ultimo Rapporto Annuale. "Negli ultimi anni, il reddito da lavoro ha visto affievolirsi la sua capacità di proteggere individue e famiglie dal disagio economico" si legge nel report. L’incidenza di povertà individuale tra gli occupati è arrivata al 7,6% (nel 2023). Nel 2014 era al 4,9%. Il caso di Alì, 55 anni, è in qualche maniera esemplare. Fa l’addetto alla sicurezza e il pacco alimentare lo ritira con la divisa perché deve attaccare di turno. È di origini marocchine ma in Italia vive dal 1991. "Per tanti anni non mi è mancato niente: l’appartamento in affitto, la macchina, e la mia famiglia al fianco. Ogni mese riuscivo a mettere via i soldi in banca".

E adesso? "Mia moglie e i miei tre figli sono tornati in Marocco, li mantengo con le rimesse. Con quello che mi rimane dello stipendio – pari a 1.100 euro al mese – cerco di sopravvivere. Ma è sempre più faticoso. Potrei permettermi solo un posto letto, in quelle abitazioni dove si vive in dieci, come animali. Ma preferisco dormire in una palazzina abbandonata. La “spesa” la faccio qui. Per lavarmi vado alle docce pubbliche di via Pucci, vicino alla Rai: sono due ore di viaggio, fra andata e ritorno. Lo devo fare ogni giorno perché se non ho un aspetto presentabile mi licenziano".

Fatima, una donna velata di 46 anni, incarna un’altra categoria indigente: chi una casa (popolare in zona Barona nel suo caso) ce l’ha ma è a spasso. "Sono disoccupata da un anno. L’assegno della Naspi è di quasi 400 euro ma non basta ovviamente per pagare l’affitto, le bollette, il cibo per me e i miei quattro gatti". Ecco perché viene al Pane Quotidiano. Anche Mario, 64 anni, può contare su un tetto (in corso Lodi) ma deve aspettare ancora tre anni per la pensione. "Un lavoro chi vuole che me lo dia alla mia età?" bofonchia. Julian, 33 anni, lavoricchia come informatico. La sua fortuna è che non paga l’affitto: "Ho ereditato da mio nonno la casa e quando sono con l’acqua alla gola affitto una stanza. Però ci sono le spese condominiali e le bollette che negli ultimi due anni sono esplose". Dice di essere italo-americano, originario di Los Angeles, dove abitano ancora i suoi genitori. "Ma loro di come vivo non sanno nulla. Che sia benedetto il Pane Quotidiano. Perché questa gente in coda, se non avesse cibo, probabilmente troverebbe un modo illegale per procurarselo".