Una palestra per il Beccaria Lo sport diventa riscatto

Realizzata dalla coop Fuoriluoghi con il contributo della Fondazione Cannavò sarà accessibile a sette ragazzi dai 14 ai 19 anni del carcere minorile

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di Valeria Giacomello

Lo sport come strumento di rinascita e riscatto. Un’opportunità di cui potranno usufruire i ragazzi dell’istituto penale Beccaria, ospitati dalla cooperativa Fuoriluoghi, all’interno della palestra appositamente attrezzata per loro grazie al contributo della fondazione Candidò Cannavò per lo Sport e di Isokinetic Medical Group. Sono attualmente 7 i giovani dai 14 ai 19 anni in custodia cautelare o in messa alla prova. "Da tempo chiedevano uno spazio dove potersi esercitare e sfogare le tensioni – ha spiegato Matteo Avalli, presidente della cooperativa – noi avevamo a disposizione un locale di circa 60 metri quadrati che, grazie alla generosità dei nostri sponsor, è stato attrezzato con uno spazio dedicato alla boxe e al corpo libero e con diverse macchine per il fitness. Una nuova opportunità di crescita per i nostri ragazzi".

Sono oltre 100 le iniziative che la fondazione Candidò Cannavò ha sovvenzionato in quasi 14 anni di vita, molte delle quali destinate ad attività all’interno delle carceri. "Fare sport significa mettere in pratica valori fondamentali quali il sacrificio, l’impegno e il lavoro di squadra, è una formidabile scuola di vita", ha commentato il presidente della fondazione Francesco Carione, presente all’inaugurazione. Parole di elogio anche dal direttore generale di Isokinetic Andrea Panzeri: "Abbiamo aderito con entusiasmo a questo progetto – ha dichiarato – che è diventato un impegno preciso, non mancheremo mai di dare il nostro apporto a questa struttura che abbiamo adottato". Al taglio del nastro anche Franca Roberto, moglie di Candido Cannavò, e don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile. "L’anima dell’educazione è la relazione", è stata la testimonianza del sacerdote. "Oggi il compito viene troppo spesso delegato ai social e ciò è sbagliato. I ragazzi devono capire che la comunità è un luogo di benessere con cui interagire e confrontarsi".

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