
Matteo
Colleoni*
Tra le conseguenze negative del Covid-19 il divieto di muoversi ha creato più malessere. Ha toccato uno dei diritti su cui sono costruite le nostre società, oltre che una condizione di libertà che ha posto le premesse per lo sviluppo del Paese. Il divieto di muoversi di qualche mese fa e la possibilità di farlo in modo regolamentato di oggi richiedono di ripensare alla mobilità. In particolare nel settore universitario che muove più di 1 milione e seicentomila studenti in Italia e quasi trecentomila in Lombardia, la maggioranza dei quali su distanze medio-lunghe e con mezzi di trasporto pubblico. Ai Mobility manager universitari è richiesto di elaborare Piani straordinari per la mobilità idonei a proporre soluzioni mirate e rispettose dei principi di accessibilità e sostenibilità. Una richiesta alla quale ha risposto l’Università di Milano-Bicocca con un Piano
finalizzato a garantire la possibilità di recarsi in Università con i mezzi pubblici e con alternative modali
sostenibili. Nel rispetto dei principi che ispirano la pianificazione della mobilità, il Piano propone un approccio al governo della mobilità che fa perno su quattro assi di intervento: conoscenza dei flussi di spostamento, limitazione degli spostamenti non necessari e maggiore flessibilità oraria, sostegno della domanda di mobilità pubblica e condivisa e incremento della mobilità attiva. Nella convinzione che il
cambiamento verso modalità più sostenibili sia sempre il risultato di una pluralità di interventi tra loro integrati.
*Manager Mobility e delegato sostenibilità alla Bicocca