REDAZIONE MILANO

Un indagato confessa: "Dietro Mura, il clan"

Scarface, uno dei coinvolti ha scelto di farsi interrogare dal pm Cassiani confermando le accuse

Scarface incassa la prima confessione. Uno degli indagati nell’inchiesta che ha smantellato una presunta associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all’evasione, che si ritiene fiancheggiasse la ’ndrina Barbaro-Papalia di Buccinasco, ha scelto di farsi interrogare dal pm Ambrogio Cassiani. E pare abbia vuotato il sacco, confermando la ricostruzione accusatoria. Tre ore abbondanti di racconto per dire che al vertice del sodalizio c’era il 41enne di Asti Francesco Mura, imprenditore televisivo del settore delle estrazioni del lotto, di casa a Erbusco, molto vicino a Giuseppe Pangallo, esponente di spicco della cosca. E tramite Mura la ’ndrangheta, interessata a ripulire fiumi di denaro sporco, avrebbe messo le mani su numerosi negozi: come il bar tabaccheria XXV Aprile di Milano, già colpito da due interdittive antimafia e, stando all’accusa e all’indagato, gestito da prestanome riconducibili all’astigiano. Tabaccherie e sale slot servivano da “lavatrici“. Il sistema era cambiare l’intestazione delle giocate vincenti, pagare i reali vincitori in contanti e incassare entrate “certificate“ dai Monopoli. L’indagine - sequestri per 25 milioni, 8 persone in carcere, 6 ai domiciliari, 5 con obbligo di dimora e 2 pubblici ufficiali all’interdittiva, è sfociata nel sequestro delle tabaccherie Il Cigno nero di Rovato e la Sfinge di Roncadelle. Di fronte al gip Mura aveva scelto di rimanere in silenzio, così come gli altri arrestati, fatta eccezione per la compagna, Sabrina Ferchichi, ai domiciliari con l’accusa di avere contribuito a tenere i rapporti con la cosca e di aver fatto da corriere per 100mila euro, che aveva negato tutto. Ora il 41enne ha chiesto di parlare con il magistrato, così come Corsini, Salerno e Dizioli. Si comincia giovedì.Beatrice Raspa