Giornata commemorativa per le vittime della Shoah celebrata nella mattinata di domenica davanti alle pietre d’inciampo in via Mazzini senza la presenza dell’Anpi Cassano. Presenti alla cerimonia istituzionale autorità locali civili e militari, l’Anpc, l’Anc e il gruppo Alpini, ma non l’Anpi, che ha ritenuto di celebrare la Giornata della Memoria nel pomeriggio della stessa giornata. Le ragioni della scelta fatta dall’Anpi non sono note, il telefono del presidente Enzo Fagnani, da noi contattato, squilla ma nessuna risposta. "Purtroppo, anche quest’anno – spiega il sindaco Fabio Colombo – abbiamo assistito a due eventi separati: uno organizzato dall’amministrazione e l’altro dall’Anpi. Tutto questo conferma ciò che sosteniamo da anni e che oggi viene ribadito anche da numerosi esponenti della comunità ebraica, soprattutto a proposito delle posizioni dell’Anpi sul conflitto israelo-palestinese. In particolare, si critica la mancanza di una condanna chiara di episodi di antisemitismo e il suo schierarsi apertamente a favore della causa palestinese".
La cronaca della giornata racconta momenti di commozione e di riflessione sul libro “Un giorno saremo ancora insieme, una storia cassanese a cura di Nicolas Ceruti“, letto dalla professoressa Piera De Maestri. Durante la lettura, la professoressa ha voluto al suo fianco Pietro Luigi Vicario, il 90enne testimone della deportazione delle nove persone ricordate con le pietre d’inciampo in via Mazzini. Correva l’anno 1943, Pietro Luigi Vicario aveva nove anni e la sua attenzione fu richiamata dalle grida strazianti di Giorgina Marais in Luisada, giovane mamma di 21 anni che si vide strappare dalle braccia il suo bambino di un anno: "Ognuno di loro aveva il diritto di vivere, ma quel diritto gli è stato negato", ha detto il primo cittadino nel suo intervento durante la celebrazione. Stefano Dati