Umberto Veronesi: vita dell'oncologo dalla ricerca sul cancro all'impegno civile

Umberto Veronesi nasce il 28 novembre 1925 nei sobborghi di Milano. Un inizio difficile segnato da due bocciature al ginnasio, ma poi una brillantissima carriera

Umberto Veronesi, morto a 90 anni

Umberto Veronesi, morto a 90 anni

Milano, 8 novembre 2016 - Umberto Veronesi è morto nella sua casa di Milano all'età di 90 anni. Ne avrebbe compiuti 91 fra appena 20 giorni, il 28 novembre. Per decenni considerato il simbolo della lotta al cancro in Italia, grande ricercatore, grande medico ma anche grande comunicatore e collettore di risorse indispensabili per l'impresa titanica di ridurre la mortalita' per cancro, Veronesi ha impresso una spinta decisiva all'oncologia italiana. Dal suo presidio all'istituto Nazionale dei Tumori di Milano, di cui e' stato direttore scientifico dal 1976 al 1994, l'oncologo ha concentrato la sua ricerca soprattutto sul carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna.

LA VITA - Una carriera brillantissima, iniziata dai sobborghi agricoli a 5 chilometri da Milano, dove il padre era fittavolo. Famiglia povera, studi irregolari: il futuro oncologo viene bocciato due volte al ginnasio. Data la precoce scomparsa del padre, fu per lui fondamentale la figura materna, Erminia Verganti (a cui ha dedicato il libro Dell'amore e del dolore delle donne). E pur proveniendo da una famiglia cattolica, gia' a 14 anni diventa agnostico, scelta che segnera' i successivi decenni di battaglie civili, a partire dal diritto all'eutanasia.

 Sposato con Suzy Razon, pediatra ebrea sopravvissuta ai lager, ha sette figli , due dei quali, Paolo e Giulia, hanno seguito le sue orme e sono chirurghi. Dopo la laurea in medicina nel 1952 alla Statale di Milano, entra all'Istituto nazionale dei tumori. Partecipa nel 1965 alla fondazione dell'Airc, e fonda nel 1982 la Scuola europea di oncologia. Ha fondato, nel 1991, ed e' stato direttore scientifico dell'IEO - Istituto europeo di oncologia una prima volta dal 1994 al 2000 e, successivamente, dal 2001 al 2014.

POLITICA - Nel 1993 e' stato nominato dall'allora ministro della Sanita' Raffaele Costa membro della commissione nazionale incaricata di redigere un piano contro le malattie tumorali. Nel 1998 e' stato membro della commissione che dovette giudicare gli effetti della cura anti-cancro nota come "terapia Di Bella", da lui fortemente contrastata. Il 25 aprile 2000 viene nominato Ministro della sanita' nel governo Amato II, fino all'11 giugno 2001. In qualita' di ministro si e' battuto in particolare per una legge antifumo, che sara' poi varata dal suo successore Girolamo Sirchia. Dal 2008 al 2011 e' senatore per il Pd.

IMPEGNO CIVILE - Oltre al grande lavoro scientifico, di Veronesi, soprattutto negli ultimi anni, si ricordano le battaglie civili: la legalizzazione delle droghe leggere (gia' nel 1995), la difesa di testamento biologico e consenso informato (anche nei drammatici giorni della morte di Eluana Englaro nel 2009), la difesa degli alimenti Ogm. Inoltre da decenni l'oncologo si era convintamente lanciato nella battaglia contro il consumo di carne, essendo lui stesso vegetariano convinto. Sia per motivi salutistici che etici. Lucido e attivissimo fino alla fine, in una delle ultime interviste aveva detto: "Non mi interessa la fine, ma di fare una brutta fine". Un rischio che non ha mai corso.

"DONNA AD HONOREM" - Fra i numerosi titoli accademici, didattici, onorifici, politici di Umberto Veronesi, ce n'è uno che sicuramente non ha altri detentori, forse al mondo: quello di 'Donna ad honorem'. È il titolo affettuoso che il 27 luglio del 2000 (all'epoca era Ministro della Salute) gli fu attribuito in occasione della presentazione di 'Europa Donna Parlamento'. Titolo di cui Veronesi è andato sempre orgoglioso: «La presidente del gruppo - ha raccontato - ha proposto alle altre, per ringraziarmi dell'interesse nei loro confronti, di nominarmi 'Donna ad honorem», e hanno tutte acconsentito con un grande applauso. Io ho ricevuto premi, riconoscimenti e 14 lauree honoris causa in tutto il mondo. Ma quell'applauso vale di più di tutti gli applausi di tutti gli altri premi«. Un titolo che comunque Umberto Veronesi si è meritato per la ricerca di una vita, spesa a combattere un grande nemico delle donne come il tumore della mammella, ma non solo, andando oltre il rapporto a livello umano, con le pazienti, Umberto Veronesi ha fatto dichiarazioni anche contro la discriminazione verso le ricercatrici e le donne nel mondo del lavoro. "Le donne hanno il dovere di prendere in mano le redini dell'umanità, senza più parlare di quote rosa, ma di presenza forte della donna nella vita pubblica".

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