Ufficio “tossico” Come riconoscere i primi sintomi

Gianluca

Pietrantonio*

Il 70% circa della nostra esistenza si svolge all’interno del luogo di lavoro. Data questa premessa, va da sé che l’ambiente debba essere piacevole e a renderlo piacevole concorrono in egual misura una buona

organizzazione, buoni rapporti con i colleghi, un lavoro gratificante, il riconoscimento delle attività svolte e i

rinforzi positivi che una leadership autorevole e collaborativa da ai propri colleghi. Negli anni di lavoro in cui mi sono occupato di aziende, ho riscontrato che purtroppo in alcuni casi tutto ciò non avviene e i luoghi diventano inquinati e tossici; elementi che si riflettono sull’organizzazione aziendale

ed inesorabilmente sui dipendenti che rischiano di essere sottoposti a strainer a causa di una cattiva

organizzazione e gestione.

Riconoscere gli elementi tossici non è facile.

La coesione e il senso di appartenenza nell’ambiente lavorativo è fondamentale.

Un senso di non appartenenza e la mancanza di coesione fanno diminuire la gratificazione e al contempo

l’impegno del dipendente, creano una discrasia degli obiettivi aziendali aumentando i conflitti e lo stress e

creando delle isole di infelicità e demotivazione lavorativa. Tutto ciò fa sì che il dipendente metta in atto comportamenti negativi per l’organizzazione e nei confronti dei colleghi, comportamenti che portano esiti negativi anche sugli utili aziendali. Un’ ambiente di lavoro dove vi sono atteggiamenti negativi non fa che produrre una bassa qualità del lavoro ed un elevato turnover. I lavoratori in un suddetto ambiente imparano ad essere improduttivi, non portano il loro apporto e le loro

idee, temono attacchi da parte di altri colleghi. Tutto ciò alza il livello di stress, azzera la creatività e fomenta un clima di non coesione e non appartenenza.

*Psicologo psicoterapeuta

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